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“Io una star in tv? Io non ci sono mai andata in televisione a parlare di mio marito Angelo, morto bruciato dalle fiamme della Thyssen, anche se mi hanno chiamato Matrix, Porta a Porta, Piazza Grande, e tanti altri, ma adesso ci andrò, andrò a farmi pubblicità come dicono loro”. A parlare è Sabina Laurino, moglie di Angelo, uno dei 7 operai morti nel rogo di Torino del 6 dicembre. Sabina Laurino si dice sconcertata per quanto apparso oggi sul Corriere della Sera, circa un presunto rapporto segreto inviato da un responsabile di Thyssen Italia ai vertici tedeschi per disegnare la situazione torinese dopo la tragedia. “Ma come si permettono di insultarci così? - aggiunge la vedova Laurino - io mi ero un po' calmata, stavo cercando il mio equilibrio perso da quel giorno, ma adesso mi fanno venir voglia di gridare di nuovo la mia rabbia. Adesso sì, ci andrò in televisione, se mi chiameranno ancora. Ma cosa credono? Che uno, anzi sette uomini muoiono in fabbrica e la gente deve pure stare zitta? E se andare in televisione, parlare con i giornalisti serve perché nessuno dimentichi, allora, per favore, andiamoci tutti”. Poi il tono si fa più pacato, la voce si rompe: “Io ho ancora l'incubo di quella maledetta notte, non ho tolto un solo vestito dall'armadio di Angelo perché spero sempre che torni, anche se so che non tornerà mai più. I miei figli me lo dicono tutti i giorni, hanno 11 e 14 anni, ma forse sono più forti di me, a me sembra di non farcela più”. Antonio Boccuzzi, l'unico sopravissuto alle fiamme, si dice amareggiato e parla di “un tentativo di intimidazione nei confronti degli operai”. “Se lo scopo era quello di far uscire sui giornali questo rapporto segreto - ha aggiunto l'operaio, reduce da una trasmissione su La7 oggi in diretta proprio sulla Thyssen, insieme al deputato di Forza Italia, Roberto Rosso e Giorgio Cremaschi della Fiom - allora volevano intimidirci. Se questo non è, allora è lo scritto di uno che si deve solo vergognare. In ogni caso come si può parlare di star in televisione a proposito di persone che vanno a parlare della morte dei propri cari in tv?". "Noi eroi? Ma dove? Eroi sono loro 7 che sono morti in una fabbrica che avrebbe chiuso poche settimane dopo, loro che con la loro morte hanno probabilmente salvato tanti altri perché l'incendio avrebbe potuto essere anche molto piu' vasto”. Circa i riferimenti fatti nel rapporto al passato di Torino, vista come una culla per le Br, e al governo Prodi che trarrebbe vantaggio dal tanto parlare intorno ai fatti della Thyssen, Boccuzzi ha detto: “Mischiare tristezze italiane con una vicenda così dolorosa come questa, una storia di cronaca industriale è un brutto scivolone”. Condividi