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PERUGIA- La FGCI provinciale di Perugia ha deciso di non partecipare con propri candidati alle elezioni universitarie che si terranno il 3-4 dicembre per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. “Le motivazioni politiche di questa decisione vanno ricondotte – si spiega in una nota diramata Coordinamento Federale Perugia dei giovani comunisti aderenti al PdCI - alla nostra individuale adesione al movimento dell’Onda studentesca che continuerà la propria protesta contro la Gelmini e Tremonti anche dopo lo svolgimento delle elezioni universitarie”. “Ci vogliamo differenziare –continua il comunicato - da coloro che hanno usato questa protesta soltanto per fini elettorali e riteniamo che ci sia molta ipocrisia da parte di alcune associazioni studentesche che manifestano contro i tagli e i licenziamenti decisi dal Governo, per poi ricevere finanziamenti per migliaia di euro da spartire direttamente dall’Agenzia per il diritto allo studio e dall’Università, a scapito di studenti meritevoli che aspettano di ricevere borse di studio adeguate”. “Molto spesso proprio le associazioni studentesche di centro destra non hanno aperto bocca sulle scelte disastrose compiute dagli amministratori dell’Università e sui rincari degli affitti che i proprietari delle case hanno potuto fare tranquillamente. Inoltre ricordiamo che la concessione del terzo mandato al rettore Bistoni è stato favorito anche dall’accordo tra le associazioni studentesche di centro sinistra e quelle cattoliche, ostacolando il doveroso ricambio della classe dirigente dell’Ateneo”. Quindi La FGCI afferma che non desidera partecipare a questi giochi di potere e che continuerà invece a protestare insieme al movimento dell’Onda e ad avanzare alcune proposte concrete sui problemi degli studenti. “C’è la sofferenza – conclude la nota - dei giovani laureati e dei ricercatori che rischiano di pagare le conseguenze di una crisi partorita in primo luogo dall’economia, che rischia di travolgere la ricerca scientifica e la conoscenza dei saperi, che sono stati trattati come semplici ingranaggi di un modello di sviluppo economico che produce precarietà. La nostra prospettiva di cambiamento dell’università che non funziona, prevede lo stanziamento di fondi non più a pioggia ma mirati alle esigenze delle filiere produttive del territorio e alla ricerca scientifica”. “Contrariamente a quanto afferma il Governo riteniamo che siano necessari maggiori aiuti economici ai giovani ricercatori, incentivando l’attività di chi contribuisce concretamente al progresso culturale e scientifico, che in questo momento è l’unico mezzo capace di rilanciare lo sviluppo economico e la creazione di nuovi posti di lavoro. Oltre a questo chiediamo maggiori sgravi fiscali per le famiglie degli studenti che hanno i redditi più bassi in modo da garantire il diritto allo studio per tutti e l’istituzione di nuovi sistemi di valutazione dell’operato dei docenti che devono poter essere consultabili da chiunque tramite i mezzi di informazione”. Condividi