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C’è per davvero di che stare poco allegri se l’Umbria, con il suo 45% di irregolarità riscontrate per quanto riguarda l'emissione degli scontrini fiscali negli esercizi commerciali, risulta la regione italiana più “virtuosa” in senso assoluto. Preoccupati perché una irregolarità prossima alla metà del totale è indice comunque di un fenomeno di evasion anche nel settore del commercio che è assolutamente inqualificabile e che ci spinge a tifare apertamente per quanti questo vezzo nazionale stanno finalmente contrastando con il massimo della loro energia. Si tratta di ristabilire la legalità anche in questo senso, perché chi ricorre a questo mezzuccio non solo danneggia la società più in generale, ma in prima persona anche quei commercianti onesti che non ci marciano e nei confronti dei quali viene quindi esercitata una concorrenza assolutamente sleale. Stando ai dati che sono stati resi noti dall’Agenzia delle entrate, a livello nazionale la media delle irregolarità riscontrate sarebbe addirittura prossima al 70%: in altri termini, nel 2007 su ogni 10 negozi controllati 7 non sarebbero risultati onformi da questo punto di vista. E per i casi più gravi, 1.017 in tutta Italia, gli esercizi commerciali sono stati obbligati ad abbassare le saracinesca per non aver addirittura emesso alcuno scontrino. Sempre secondo l’Agenzia delle entrate è la Campania la regione che ha registrato la più alta percentuale di violazioni (84% dei controlli), mentre la Regione che ha avuto più serrande abbassate è invece la Sicilia dove le Fiamme Gialle hanno eseguito 123 provvedimenti di sospensione delle attività. Misura che scatta per non aver emesso lo scontrino o la ricevuta fiscale per almeno tre volte. Le attività che registrano più violazioni sono i negozi di abbigliamento, i bar, ristoranti e pizzerie, ed i panettieri. Dal novembre del 2006 alla fine del 2007 sono stati effettuati più di 180mila controlli su tutto il territorio nazionale, riscontrando 125.379 violazioni alla normativa, pari al 69% del totale (in Umbria i controlli sono stati 2.340). La sospensione dell'attività nella quasi totalità dei casi è stata di tre giorni, ma non mancano sanzioni più pesanti come quella inflitta a un ristorante di Firenze, chiuso per dodici giorni dopo che erano state accertate ben 24 violazioni, o a un grande parcheggio di Genova, chiuso per nove giorni per essersi dimenticato di fare la ricevuta per 165 volte. “La visita del fisco ha spesso sortito effetti positivi sulle attività dell'esercizio”, ironizzano gli ispettori del fisco, visto che “Nei giorni immediatamente successivi ai controlli in una determinata zona, gli incassi di commercianti, ristoratori e discoteche aumentano in media del 20 per cento rispetto ai quindici giorni precedenti alle constatazioni di violazione”. Ma, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il fenomeno dell’evasione da scontrino fiscale non è fatto prevalente del sud Italia, perché se si scende a livello provinciale si ha allora la sorpresa che la percentuale più alta di violazioni è stata registrata in quella autonoma di Bolzano che, con una percentuale che sfiora l’87% di accessi con esito positivo, è riuscita a fare peggio della stessa Campania. Mentre per quanto riguarda il numero delle serrande abbassate, alla Sicilia (123), seguono nell’ordine il Veneto (117) e il Lazio (90). Condividi