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TORINO - Sono stati tutti rinviati a giudizio i sei imputati per il rogo alla ThyssenKrupp. L'amministratore delegato rispondera' di omicidio volontario. Il processo si aprira' il 15 gennaio in Corte d'Assise e riguardera', oltre ai sei imputati, anche l'azienda nella veste di persona giuridica. Per la prima volta in un incidente sul lavoro e' stata riconosciuta l'accusa di omicidio volontario. Lo ha deciso questa sera il Gup Francesco Gianfrotta nella vicenda Thyssen. Il processo si aprira' infatti il 15 gennaio inCorte d'Assise e riguardera', oltre ai sei imputati, anche l'azienda nella veste di persona giuridica. L'amministratore delegato per l'Italia della Thyssenkrupp, Herald Espenhahn, si e' ''rappresentato la concreta possibilita' del verificarsi di infortuni anche mortali sulla linea Apl5'' dello stabilimento di Torino, e ha ''accettato il rischio''. E' quanto si legge nell'ordinanza di rinvio a giudizio per omicidio volontario con dolo eventuale. Secondo il giudice, che ha accolto la tesi della procura, Espenhahn - nonostante fosse a conoscenza dei problemi - ''prendeva dapprima la decisione di posticipare dal 2006/2007 al 2007/2008 gli investimenti antincendio per lo stabilimento di Torino pur avendone gia' programmata la chiusura'', e poi ''la decisione di posticipare l'investimento per l'adeguamento della linea 5 (raccomandata dall'assicurazione, dai vigili del fuoco e da un organo aziendale, il Wgs - ndr) ad epoca successiva al suo trasferimento da Torino a Terni''. Per i sette morti alla Thyssenkrupp di Torino ci sara' dunque un processo davanti alla Corte d'Assise, come per la strage di Erba o i delitti delle Brigate Rosse. L'appuntamento e' davanti a una Corte composta due giudici togati e sei popolari. ''E' una sentenza di portata storica - commenta Raffaele Guariniello, il procuratore che ha coordinato le indagini e ha sostenuto l'accusa insieme a Laura Longo e Francesca Traverso - la cui importanza va al di la' del caso specifico: e' un segnale a tutto il mondo del lavoro, che si aspetta la fine delle morti bianche''. Per l'avvocato Ezio Audisio, del pool difensivo, e' pero' una ''tesi esagerata'': ''noi non la condividiamo. E al dibattimento contiamo di dimostrare le nostre ragioni''. Ma dai familiari delle vittime la scelta del giudice e' vissuta come un completo successo: la ventitreenne Laura De Masi, sorella di Giuseppe, esce dall'aula gridando ''e' la nostra prima grande vittoria'', mentre una signora scandisce uno dopo l'altro i nomi dei dirigenti sotto accusa e dice ''assassini, andrete in galera''. I tre pm si sono aggiudicati il duello con la difesa, oggi, mostrando in aula un'interminabile sequenza di verbali, rapporti, documenti. Nel 2006 c'era stato un incendio devastante alla filiale di Kretzfeld e, da allora, era stato un susseguirsi di raccomandazioni delle compagnie assicuratrici, controlli, investimenti, interventi. Ma a Torino - e' la tesi della procura - non si fece nulla perche' Torino doveva chiudere. Condividi