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PERUGIA - Propone di istituire una procura nazionale per la sicurezza sul lavoro il procuratore aggiunto della Repubblica di Torino Raffaele Guariniello. Lo ha detto oggi pomeriggio a Perugia a margine di un seminario di Confindustria sul tema ''Sicurezza sul lavoro: obblighi, responsabilita' e valutazione dei rischi''. Guariniello - e' detto in un comunicato di Confidustria - ha anche evidenziato la necessita' che le sanzioni previste dal Testo unico vengano realmente applicate. ''Credo che di questo - ha detto - ci si debba occupare in sede giudiziaria. Ecco perche' penserei utile istituire una Procura nazionale per la sicurezza sul lavoro. Il lavoratore e' un soggetto attivo che pero' deve essere adeguatamente formato e informato. La preoccupazione dell'azienda deve essere quella di accertarsi che l'informazione e la formazione sia stata adeguatamente recepita''. Guariniello si e' soffermato con particolare attenzione sulla definizione degli obblighi e delle responsabilita' previste dalla normativa e sul conseguente apparato sanzionatorio. L'incontro e' stato organizzato da Confindustria Perugia e Federmanager, l'Associazione nazionale dei dirigenti d'azienda Hanno aperto i lavori il presidente di Confindustria Perugia Antonio Campanile e quello di Federmanager Simone Battistacci. Giovanni Amendolia, consigliere nazionale dell'Associazione italiana fra gli addetti alla sicurezza, ha curato gli aspetti legati alla valutazione dei rischi cosi' come trattati nel Testo unico. ''In ripetute circostanze - ha detto Campanile riprendendo le posizioni ben note dell'organizzazione padronale - abbiamo manifestato le nostre perplessita' e riserve sull'impostazione generale del decreto 81, il cui complesso normativo entrera' presto a regime, perche' riteniamo che la prospettiva del legislatore abbia erroneamente privilegiato gli aspetti sanzionatori rispetto a quelli preventivi. Il provvedimento e' cioe' contraddistinto da uno sbilanciamento ancora evidente tra repressione, che viene enfatizzata, e promozione della cultura della sicurezza, che troviamo invece in seconda fila. Ma al di la' di quest'aspetto, quello che ci preoccupa e' che la nuova normativa colpisce troppo duramente il sistema di imprese di piccole e medie dimensioni, quale e' quello umbro, rischiando di vanificare gli sforzi che stiamo gia' compiendo da tempo per elevare la cultura della prevenzione e la consapevolezza nell'investire in sicurezza. La sicurezza sul lavoro non ha un sua naturale rappresentanza, ma e' un bene comune che richiede l'impegno di quanti su di essa possono incidere''. La sicurezza - e' detto ancora nella nota - costituisce una priorita' nella politica di Confindustria Perugia. Tanto che per rispondere alle esigenze manifestate dalle imprese associate, e' stato predisposto uno specifico progetto denominato ''Ambiente e sicurezza'', che, affiancandosi all'attivita' della ''task force sulla sicurezza'', persegue l'obiettivo di sensibilizzare e formare gli operatori aziendali, e di supportarli nell'implementazione di sistemi per la gestione della sicurezza, anche integrandoli con quelli della qualita' e dell'ambiente. Battistacci ha sottolineato che il 90 per cento degli infortuni mortali avvengono in aziende con meno di 15 dipendenti. ''I dirigenti come gli imprenditori - ha anche rilevato - sono consapevoli che l'ambito aziendale non deve essere un luogo di rischio, ma il luogo dove tutto il personale deve svolgere il proprio lavoro in sicurezza. Produttivita' e sicurezza non sono due concetti in antitesi imprenditori, dirigenti e quadri si devono fare portatori di una concezione di azienda basata sulle responsabilita' dei ruoli''. Opinioni, quelle di Confindustria, non esattamente coincidenti con quanto sostenuto da Guariniello, secondo il quale, invece, nel campo della sicurezza sui luoghi di lavoro semmai ''il problema non sono le leggi, che esistono, ma la loro applicazione''. Lo stesso ha rilevato anche che in alcuni casi ''non si fanno proprio i processi'' legati alle inchieste per gli incidenti su lavoro, mentre ''in altri c'e' una lentezza che sfiora la prescrizione''. ''In Italia - ha aggiunto - ci sono tante procure, alcune piccole e con magistrati non specializzati''. Di qui la necessita' di una struttura unica nazionale. ''Se vogliamo rispondere agli appelli delle istituzioni - ha concluso Guariniello - dobbiamo approntare nuove idee e nuovi sistemi''. Condividi