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PERUGIA – I lavori per la realizzazione di una rotatoria tra la SR n. 220 Pievaiola e la Sp318/1 di Castel del Piano, in località Strozzacapponi, sono stati l’occasione per il rinvenimento di una importante necropoli di origine etrusca. Sono 47 in totale le tombe rinvenute, di cui 35 a camera ed altre a fossa. Alcune si presentavano già depredate in antico, altre integre. Le indagini archeologiche sono state rese possibili grazie ai fondi della Provincia di Perugia per un totale di 160 mila euro, Ente impegnato nel progetto di riqualificazione della intersezione stradale teatro del ritrovamento. Ricordiamo che Provincia di Perugia e Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell'Umbria sottoscrissero un’apposita convenzione. Questa prevedeva a carico dell’Ente di Piazza Italia tutti gli oneri finanziari connessi con i sondaggi archeologici nell'area indicata dalla Soprintendenza sotto il controllo di un archeologo esterno di fiducia, mentre fa capo alla Soprintendenza la direzione scientifica dei sondaggi, al fine di garantire l'esecuzione degli stessi nel pieno rispetto delle norme di tutela e delle esigenze di ricerca e documentazione fotografica. Questa mattina la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria, in una conferenza stampa, ha illustrato presso l’Antiuquarium Ipogeo dei Volumi di Ponte San Giovanni (Perugia) i ritrovamenti delle tombe. Erano presenti, tra gli altri, il Soprintendente Mariarosaria Salvatore, la responsabile degli scavi per la Soprintendenza Luana Cenciaioli e le archeologhe che hanno seguito tutte le fasi di scavo Maria Cappelletti e Federica Fico, i consiglieri provinciali della I Commissione consiliare permanente - presieduta da Fausto Cocciari - Palmiero Bruscia, Stefano Zuccarini, Fiorello Primi, Edoardo Alunni, Luciano Paci, Paolo Borgioni, Domenico Caprini, Gianfranco Becchetti, e Luigi Andreani. In apertura di conferenza il Soprintendente ha tenuto a puntualizzare quanto apparso sulla stampa in merito ai lavori per la realizzazione di case popolari a circa duecento metri dalla rotatoria, che secondo le accuse “sorgerebbero sopra importanti reperti”. Ebbene, Mariarosaria Salvatore ha precisato che “in quella zona sono state ritrovate solamente tombe sconvolte senza valore archeologico e questo è il motivo per cui la Soprintendenza non ha bloccato i lavori. Inoltre – ha continuato – il nostro compito è assicurarci che venga rispettato quanto ritrovato sotto la superficie. C’è bisogno che ci si riappropri del significato dell’archeologia”. Tornando ai lavori di scavo in oggetto, questi hanno interessato un periodo di tempo iniziato il 7 maggio 2008 e terminato il 15 ottobre, ma il ritrovamento più importante per ricchezza di materiali è avvenuto il 4 luglio con la tomba degli anei marcna cosiddetta “del letto funebre”. La tomba fa parte di una necropoli molto estesa, costituita da un centinaio di sepolture e si colloca lungo uno degli assi viari antichi che uscivano dalle porte della cinta muraria estrusca di Perugia per raggiungere le città vicine, in questo caso Chiusi. Nel dettaglio si tratta di una sepoltura ipogea, rinvenuta inviolata, scavata nel bancone di travertino. I rilievi scultorei sono accentuati da un vivace cromatismo: rosso, nero, azzurro. I coperchi delle urnette cinerarie presentano iscrizioni rubricate in rosso riferite alla famiglia “anei marcna”. Sulle casse delle urne, in altorilievo sono rappresentati vari motivi come il commiato, l’assedio alla città, la lotta tra Centauri e Lapiti, Scilla, figure femminili su pristine (mostro marino), bucranio. In alcuni casi, all’interno, sono conservati resti di tessuto contenenti le ceneri del defunto. Oltre alle urne la tomba conteneva elementi di un letto di bronzo, giudicato dagli esperti di “rara bellezza”. In Umbria se ne conoscono solo altri due, uno scoperto da Arna nell’Ottocento, l’altro a Gubbio nel Novecento. Accanto alle urne è stato rinvenuto materiale di corredo come vasellame ceramico, polpette, bocchette, vasette miniaturistici, piatti ed unguentari. Le urne policrome ed il ricco corredo sono segno che le tombe appartenevano ad una famiglia benestante, in un contesto in cui le tombe finora ritrovate erano di rango modesto. I reperti sono esposti presso l’area archeologica del Palazzone a Ponte San Giovanni dove sono in programma per domenica 16 novembre alle ore 16.30 visite guidate gratuite, che si svolgeranno tutta la giornata. Mentre sabato 15 novembre, alle ore 16.30 presso il Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria – Sala ex Oratorio, è prevista una conferenza pubblica per illustrare i rinvenimenti. Questi reperti verranno utilizzati per scopi didattici prevedendo visite guidate ogni primo lunedì del mese da dicembre a giugno. Condividi