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L'aveva detto Vincenzo Maiolo, preside del liceo classico Mariotti di Perugia, e l'ha promesso. Se voi occupate, io sospendo le gite. “Da tempo ho 'dettato' un patto - ha spiegato lo stesso preside - in base al quale le gite vengono annullate se si verificano queste forme di protesta. L'ho ricordato a studenti, genitori e studenti anche all'inizio di quest'anno e non ci sono state obiezioni. Anzi, i ragazzi mi hanno spiegato che si sarebbero assunti la responsabilità della loro iniziativa”. Questo il Maiolo pensiero. Il preside, a occupazione terminata, ha così confermato che tutte le gite degli studenti messe in cantiere per quest'anno sono sospese. Tutti a casa. Colpirne un migliaio per educarne un centinaio. “Potrà anche essere un'iniziativa sbagliata per qualcuno – prosegue il preside - e io sono il primo a essere dispiaciuto, ma giudico diseducativo che un adulto non rispetti gli impegni presi”. Punto. All'interno del Mariotti si sono subito formate le due fronde contrapposte dei favorevoli e dei contrari alla decisione del preside. E dire che l'occupazione del più importante liceo perugino, considerato la fucina della classe dirigente del capoluogo, si era svolta nella massima tranquillità. La protesta era ristretta solo ad alcuni locali della succursale, e coordinata con quella di tutti gli altri istituti perugini. Il tutto nel pieno rispetto non solo delle classi ginnasiali, ancora nel pieno dell'obbligo scolastico, che hanno così potuto seguire tranquillamente le lezioni. I ragazzi occupanti hanno proposto lezioni alternative e conferenze tenute da esperti, professori del liceo e dell’università, aperte anche ai docenti interni, ai genitori e in generale alla cittadinanza tutta. Solo un paio di casi di disordini si sono verificati con un soffitto danneggiato e alcune merendine sottratte al bar della struttura: tutti atti per cui i responsabili si sono assunti le proprie responsabilità e hanno messo le mani al portafoglio. Come gesto dimostrativo, racconta una ragazza del liceo in una lettera al Messaggero, alcuni dei ragazzi si sono impegnati anche a ridipingere una ringhiera arrugginita e riparando alcuni lavandini da tempo fuori uso. Inoltre, nel corso delle giornate di proetsta, vari docenti e lo stesso preside Maiolo, avevano visitato più volte le strutture occupate, constatando la serietà dell'organizzazione. Tanto da ottenere i complimenti della Digos. “Sono una semplice studentessa – così si conclude la lettera -, ma mi chiedo se sia giusto punire in un modo che somiglia terribilmente a una vendetta piuttosto infantile dei ragazzi che hanno dimostrato maturità e serietà nel portare avanti una protesta per qualcosa in cui credono”. Al preside infatti, i rappresentanti dell'istituto avevano chiesto di non coinvolgere nella sanzione i ragazzi che non avevano aderito alla protesta. Ricevendo un niet da parte di Maiolo. Condividi