rifiuti sanitari.jpeg
Un'ombra sinistra si allunga sulla crisi della Sirio ecologica, l'azienda eugubina specializzata nello smaltimento di rifiuti sanitari che versa da tempo in uno stato di gravissima crisi economica. Tanto che ieri è stata attivata la procedura di cassa integrazione straordinaria per tutti i dipendenti della Sirio. La tegola arriva dalla Lombardia, da Milano per la precisione, e ha la forma dello smaltimento abusivo di rifiuti e truffa. Secondo quanto riporta l'edizione milanese di Repubblica, la Procura del capoluogo lombardo ha iscritto nel registro degli indagati otto persone. Si tratta di quattro dipendenti dell'Amsa (l'azienda milanese per i servizi ambientali), un dirigente dell'ospedale Niguarda (uno dei tanti serviti dalla Sirio in Italia) e tre dirigenti della Sirio ecologica. Accusati di violazione del decreto Ronchi e di truffa ai dannio del Comune. Secondo la ricostruzione della procura meneghina, la truffa consisteva nel modificare i documenti di accompagnamento dei rifiuti, così che questi si trasformavano, da speciali e pericolosi, in solidi urbani. Da tempo, e Umbrialeft in un suo articolo ne aveva dato conto, in molti ospedali d'Italia si vanno accumulando questi rifiuti speciali che la Sirio non smaltisce più. Secondo il pm Paolo Pirotta, titolare dell'indagine, da metà del 2007 in poi sarebbe stato truccato ad arte il Cer - il catalogo europeo dei rifiuti che li accompagna fino alla loro "morte" - senza che questi fossero realmente trattati. Ciò avrebbe permesso all'azienda eugubina che versa, come detto, in gravissime condizioni economiche, di lucrare sul conferimento. E si parla di grosse cifre, visto che solo il Niguarda smaltisce 60 tonnellate di questi rifiuti al giorno. “Il Niguarda – scrive Repubblica - è l'unico ospedale in Lombardia a prevedere un pre-trattamento in loco dei rifiuti a rischio infettivo, resi innocui attraverso un impianto di sterilizzazione e conferiti in discarica all´Amsa come se fossero normale immondizia. In questo modo ogni giorno escono dall'ospedale 60mila chili di prodotti potenzialmente pericolosi che altrimenti andrebbero trattati negli inceneritori, con un aggravio di costi per l'azienda e per l'ospedale”. In sostanza, la Sirio avrebbe fatto finire nei forni dell'Amsa materiale non trattato, che quest'ultima avrebbe smaltito come rifiuti assimilabili a quelli solidi urbani. Gratuitamente quindi. “Non è ancora chiaro – dice il direttore amministrativo del Niguarda Trivelli - quale sia l'oggetto dell'indagine. Ma se il fornitore non si fosse comportato in modo contrattualmente corretto, saremmo noi i primi a chiedere i danni all'azienda”. Di certo non è una bella notizia per tutti i lavoratori che attendono un piano serio di rilancio dell'azienda. Condividi