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PERUGIA - Fabio Faina, popolare capogruppo del Pdci al Comune di Perugia e membro autorevole dell’Intergruppo della Sinistra, non ce la fa più ad assistere in silenzio ai “giochetti” messi in atto da quanti, anche nel suo partito (ma non solo) per le ragioni più diverse e spesso poco nobili, si sono messi di buzzo buono ad ostacolare il processo di unificazione della Sinistra italiana. Non ce la fa più e ha deciso perciò di rompere gli indugi diffondendo una decisa presa di posizione al riguardo che, c’è da augurarselo, non rimarrà isolata. Noi, da parte nostra, ci limitiamo a diffonderla integralmente: “Quando ancora in Italia esisteva la prima repubblica, che in tanti oggi cominciano a rimpiangere avendo sotto gli occhi come è finita la seconda, il più grande partito della sinistra di allora aveva tra i suoi valori fondamentali quello dell'unità. Un valore che portò un terzo degli uomini e delle donne del nostro paese, unitariamente, a riconoscersi in un partito che ritenevano capace di difendere ed interpretare i loro sogni e le loro rivendicazioni. Dalla fine degli anni ottanta ad oggi, purtroppo, la sinistra italiana ha sempre più smarrito il grande valore dell'unità che, non da solo ma grazie anche a questo, riuscì a far conquistare posizioni alle classi che quel partito difendeva, conquiste che oggi, la sinistra disgregata, ha in misura consistente perso oppure diminuito. Solo questa banale e cruda analisi dovrebbe farci riflettere a noi classe dirigente della sinistra variegata del terzo millennio. Unire la sinistra italiana è diventato un obiettivo imprescindibile, non più rinviabile. Gli uomini e le donne capaci ed onesti della sinistra, debbono darsi questo imperativo come condizione necessaria per superare questa fase di crisi pericolosa della politica, ora ancor più pericolosa perchè questa fase è accompagnata, parallelamente, da una crisi profonda della sinistra e gli sbocchi che si possono creare si potrebbero rivelare ancor più pericolosi per il nostro popolo. E' passato più di un mese dagli stati generali della sinistra a Roma, nulla è cambiato e affermo questo per non farci del male ulteriore. E' ora di dire basta, chi ci stà ci stà. I nostri uomini, le nostre donne, i nostri giovani, i nostri grandi vecchi della sinistra hanno da tempo sotterrato le asce. Ci chiedono da subito di riscoprire quell'antico, ma sempre più attuale, senso del dovere che ci obbliga a far presto. Se ci renderemo responsabili di ulteriori ritardi verso l'unità, magari perdendoci dietro cavilli che non sono sicuramente le priorità per le condizioni di vita delle nostre classi, si correrà il rischio di far avanzare l'erosione delle conquiste realizzate nella seconda metà del novecento. Chi si renderà responsabile di questa sciagura sarà colpevole delle sconfitte dei prossimi dieci, quindici anni che le nostre classi subiranno. Costoro saranno chiamati a risponderne di fronte alle nostre genti”. Condividi