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di Daniele Cibruscola PERUGIA - “Silvestrini ci ha provocato ed offeso. Ci ha accusati di essere stipendiati del Comune ed ha anche minacciato di ”lasciar morire” questa società e questa squadra”. Queste le parole piene di amarezza di Mirco – uno degli esponenti più rappresentativi del gruppo degli Ingrifati, e del tifo perugino tutto – a proposito delle ultime vicende societarie. La rabbia che traspariva dal comunicato rilasciato nei giorni scorsi dallo stesso gruppo organizzato ovviamente non si placa; neanche dopo che oggi, a sentire le parole del ds Martino, qualcosa sembri essere cambiato rispetto alla linea dura paventata da Silvestrini sul fronte acquisti. La chiusura o meno della trattativa per Ercolano quindi non cambia in alcun modo l'opinione, ormai ampiamente consolidata, che la curva si è fatta di questa proprietà. “Per noi può comprare anche altri 10, 100 giocatori – ha infatti proseguito il tifoso – ma arrivati a questo punto il giudizio sull'uomo e sulle sue capacità gestionali restano e resteranno le stesse”. Ce l'hanno con la società soprattutto: è comprensibile, sono innanzitutto tifosi. Ma non sono stupidi: ce l'hanno anche col Comune, reo di non essersi impegnato troppo non solo nel trovare una rapida soluzione al problema, ma anche, e in larga misura, di non essersi nemmeno sprecato nel comunicare a cittadini e tifosi gli sviluppi del dialogo coi Silvestrini: “Uno scarno comunicato ci sembra francamente un po' poco...” ha infatti dichiarato. Infine, ed è questa la notizia più importante, Mirco ci ha parlato del Curi e del nuovo progetto: “Su questo siamo contrari, lo siamo sempre stati e non è certo un mistero. Siamo comunque consapevoli del fatto che lo stadio vada in qualche modo rifatto e che per le società di oggi si ponga l'esigenza di tenerlo aperto non solo la domenica ma anche gli altri giorni della settimana – ha concluso con estrema lucidità il tifoso perugino – ma c'è modo e modo di fare le cose, e trasformare il Curi in un centro commerciale è di certo il modo peggiore”. Condividi