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PERUGIA - La proposta di Piano sanitario per l’Umbria 2009-2011 ha ottenuto il parere positivo del Ministero della salute e delle politiche sociali che smentisce così le accese critiche espresse su questo documento dall'opposizione in Consiglio regionale. Il documento – si legge nella lettera inviata dal Sottosegretario di Stato Ferruccio Fazio all’assessorato regionale alla Sanità – “è coerente con le scelte e gli obiettivi definiti dal livello nazionale, dal PSN 2006-2008 fino al Patto di salute siglato dal Ministero con le Regioni”. In particolare il nuovo Piano sanitario umbro scaturisce da un “rinnovato percorso di programmazione regionale, che da un lato istituisce organismi e tavoli specifici per garantire una costante integrazione con gli enti locali e dall’altro semplifica e riordina le modalità di concertazione, così che tutti i Piani settoriali rispondano ad una unica strategia”. Nel documento – evidenzia positivamente il Ministero – emerge “l’importanza della forte integrazione con l’Università per la formazione del personale e le attività di alta specializzazione e ricerca e con le Regioni confinanti, soprattutto per quanto concerne la stipula di accordi in materia di mobilità sanitaria e lo sviluppo di reti sovraregionali”. Tra gli aspetti innovativi del provvedimento si sottolinea “l’istituzione dell’Agenzia Umbria Sanità che assume una funzione di raccordo tra Regione ed Asl e garantisce il coordinamento delle aziende ed il monitoraggio dell’attuazione delle strategie regionali”. Relativamente alle linee strategiche, il Ministero rileva “che esse riprendono e sviluppano le linee di programmazione sanitaria nazionale, a partire dalla scelta prioritaria della promozione della salute e di prevenzione delle malattie croniche e invalidanti, e con specifiche strategie di prevenzione in ambiti prioritari, tra cui la sicurezza nei luoghi di lavoro, nell’ambiente di vita, nella sicurezza alimentare”. Tra gli aspetti del Piano su cui si esprime particolare apprezzamento: “il rafforzamento del sistema dei servizi territoriali, in particolare lo sviluppo delle cure intermedie (RSA a degenza breve e ospedali di comunità), la sperimentazione del Fondo regionale per la non autosufficienza, la scelta di rafforzare i centri di salute e le equipe territoriali, la previsione di un sistema organico di cure domiciliari, con utilizzo di uno strumento di valutazione multidimensionale unico a livello regionale”. Anche sul fronte della rete ospedaliera la proposta di Piano effettua una disamina “molto approfondita ed interessante sullo stato dell’arte delle reti presenti” con una “riorganizzazione del sistema ospedaliero secondo una prospettiva di messa in rete delle risorse che garantisca al percorso assistenziale l’apporto di diverse professionalità e competenze”. Il nuovo modello organizzativo ed i nuovi criteri di governo del sistema proposti – si conclude positivamente nella lettera – “assicurano il continuum clinico e assistenziale sia all’interno dell’ospedale, sia tra questo ed il territorio”. Condividi