curi.jpg
di Daniele Cibruscola PERUGIA - Sempre peggio. Le speranze dei tifosi e dei Perugini tutti, di rivedere presto un Grande Grifo – e non un Grande Curi – sono sempre più lontane dall'essere appagate. Dopo lo scontro di martedì scorso tra Comune e società infatti, le dichiarazioni del presidente del Perugia Pierangelo Silvestrini servono solo a fare rabbia e a mettere paura. “Il mercato sarà necessariamente in tono minore”, ha dichiarato ieri durante un'intervista. Come a dire “niente acquisti”, come finalmente ad ammettere (e i fratelli Silvestrini ci scuseranno per l'interpretazione “libera” delle loro parole) che il loro unico interesse in territorio Umbro era, ed è sempre stata, la concessione per la costruzione del nuovo stadio. Ma andiamo con ordine: da una parte il Comune (col suo terreno ed il suo stadio), dall'altra il Perugia Calcio (con l'ambizioso progetto dei fratelli Silvestrini). Perugia Calcio - Il progetto: un'idea, un affare, da 100 milioni di euro, di cui solo una parte – e neanche troppo consistente – da destinare propriamente al nuovo impianto; tutto il resto, tanto, andrà a finanziare la costruzione di strutture “altre” come il tanto discusso centro commerciale. Strutture “illogiche” che se approvate configurerebbero una vera e propria rivoluzione del territorio circostante (sul quale già sorgono – o entreranno a breve in funzione – luoghi come l'Emisfero, la nuova stazione del Minimetrò, la Multisala di Centova o quella poco distante del Gherlinda). Ciò di cui praticamente si sta discutendo non è la costruzione di uno stadio, quanto piuttosto di un intero quartiere. In alternativa a tutto questo, la cessione. Contrariamente a quanto detto dai vertici societari infatti, i margini per una trattativa ci sono tutti; e sia Covarelli, sia Sciurpa e la sua cordata, si dichiarano disponibili a trattare. DOMANDA: ma l'affare, interessi dei fratelli Silvestrini a parte, è indispensabile, conveniente o quantomeno sostenibile per la città e per la società futura del Perugia Calcio? Perché con una squadra che è del tutto lontana dal vedere palcoscenici migliori, e con l'incertezza sul comportamento di eventuali successori dei Silvestrini (che non è affatto scontato vogliano gestire uno stadio-quartiere come quello in questione), interrogativi come questo non possono essere certo sottovalutati. I Silvestrini un giorno se ne andranno, il “Grande Curi” no... Il Comune – Tentennamenti, indecisioni e cambi d'opinione sono all'ordine del giorno a Palazzo dei Priori. E seppure siano da tener presenti tutte le riserve dovute ai motivi sopraesposti, la concessione tanto agognata dagli attuali proprietari del Perugia Calcio, in passato, era stata già accordata a Luciano Gaucci, neanche un mese prima del fallimento dell'allora A.C. Perugia. Progetto differente è vero, ma forse neanche troppo; e comunque, va ricordato, gli intenti dei fratelli romani erano noti all'Amministrazione cittadina anche 3 anni fa, al momento dell'acquisto della società; e a quel tempo Locchi (oltre all'avallo del progetto in questione) aveva garantito ai due romani anche la costruzione di una nuova Clinica (poi mai realizzata) e il reperimento di circa 3 milioni e mezzo di euro da parte di imprenditori locali poi, di fatto, mai pervenuti. DOMANDA: nel caso di un mancato accordo, il Comune come pensa di pagare tutti i lavori di manutenzione/ristrutturazione di cui necessiterà il Renato Curi nei prossimi 10 anni (un impegno economico di 23 milioni di euro)? Sono in molti a domandarselo. Ma non solo. Ritardi e incertezze, saranno mica determinati almeno in parte dalle diverse posizioni manifestate da alcuni esponenti del PD (Boccali a favore, Bellini contro), egemone all'interno della Giunta Comunale? Intanto per tornare al calcio, a quello vero, il braccio di ferro tra Locchi-Bellinni-Boccali da una parte, Silvestrini-Silvestrini-Marzo-Lozzi (gli altri due azionisti) dall'altra, ha creato un clima – come già non bastassero i numerosi problemi sofferti da questa squadra – di folle attesa. I Silvestrini, in questa grande girandola di cose non dette, di accordi non conclusi, di dinamiche “poco chiare”, sembrano decisi a “vivacchiare”, attendendo ulteriori sviluppi; il tutto, magari, anche a scapito della stessa società. I veri sconfitti a questo punto restano i tifosi. Come quelli dei gruppi organizzati – proprio ieri la manifestazione degli ingrifati davanti all'ingresso del Curi – e di tutti quelli che al Perugia, nonostante la C1, le leggi “restrittive” degli ultimi anni, i giocatori e gli allenatori impresentabili, a questo Grifo e alla sua maglia si attaccano ancora con forza. Condividi