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Giovedì 30 ottobre si è riunito il Comitato politico regionale di Rifondazione comunista che ha deliberato la data del III congresso regionale, che si terrà a Perugia il 29 e 30 novembre 2008. Nell’immediato Rifondazione comunista impegna i propri iscritti e militanti nella costruzione di forme stabili di coordinamento delle forze politiche e sociali per l’opposizione di sinistra al governo delle destre e nel ridislocare il lavoro politico del partito nella società, nelle vertenze territoriali a difesa dei posti di lavoro, nei movimenti contro i decreti Gelmini per scuola e università, nelle mobilitazioni e lotte popolari. Campi di intervento prioritari sono la raccolta di firme per il referendum contro il lodo Alfano, perché la giustizia sia uguale per tutti, in tutte le città della regione e la lotta al carovita, con la distribuzione nelle piazze e nei mercati dell’Umbria del pane a prezzi popolari e la costituzione dei Gap, gruppi di acquisto popolari, che aiutino i cittadini ad arrivare a fine mese e a frenare il continuo rincaro dei prezzi dei beni di prima necessità, come pane e pasta. Il Cpr ha poi stabilito di affidare all’Ufficio politico regionale il mandato di avanzare una proposta di contenuti politico-programmatici da presentare alla coalizione per un eventuale accordo, definendo i contributi del Prc sul modello di sviluppo regionale, sulle misure per il potenziamento e adeguamento del sistema di welfare territoriale e regionale, le linee di tutela dell’ambiente, del paesaggio e del territorio, gli elementi per valorizzare i beni comuni e le forme di partecipazione democratica e dal basso dei cittadini, le ricette che l’Italia mediana può mettere in campo per arginare le sperequazioni che rischia di introdurre il federalismo fiscale proposto dalle destre. Rifondazione comunista dell’Umbria ribadisce la volontà di verificare con la coalizione di centrosinistra uscente la possibilità di riproporre un progetto di governo delle città e delle province della nostra regione. È necessario però avviare un confronto politico programmatico che assuma il cambio di fase politica del Paese governato dal berlusconismo e la necessità che anche le nostre città, le province e i territori producano una “svolta” reale nel loro governo, con la ridefinizione di obiettivi strategici ed intermedi, nei modi e nelle forme di governo. Per questo si propone l’apertura di un tavolo regionale tra le forze della coalizione per le prossime amministrative che definisca i confini della stessa, cioè la chiara delimitazione delle forze politiche che vogliono stringere l’accordo politico regionale, sulla base di contenuti programmatici realmente riformatori. Solo allora si potrà parlare di candidature e nomi. Per il Prc accordo regionale significa un accordo che coinvolga le due province e i comuni delle tre grandi città dell’Umbria, Perugia, Terni e Foligno. Definito tale quadro si potrà passare agli accordi sui vari territori. Accordo politico, significa invece: svolta reale nelle politiche amministrative, con misure in grado di affrontare la crisi economica e sociale, inaccettabilità dell’allargamento dell’accordo politico-programmatico all’Udc, pari opportunità e dignità del Prc, con la possibilità di mettere a disposizione della coalizione figure politiche comuniste e della sinistra. Un elemento di confronto dell’accordo è anche la legge elettorale regionale in discussione: il Prc ribadisce la necessità di salvaguardare il pluralismo politico e della rappresentanza territoriale, per questo esprimiamo un parere contrario alla riduzione del numero dei consiglieri regionali, all’introduzione di soglie di sbarramento (dirette o indirette, come l’introduzione di collegi ristretti), all’imposizione di un sistema bipolare, all’ipotesi di togliere la possibilità ai cittadini di esprimere un voto di preferenza. Condividi