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La madre dei fascisti è sempre incinta e le immagini delle provocazioni e degli scontri in occasione del corteo organizzato contro il provvedimento Gelmini, ad opera dei sedicenti militanti dell’estrema destra che fanno riferimento alla pittoresca associazione Casa Pound, ne sono una dimostrazione concreta. Il grande movimento nato contro le mire neo – autoritarie del governo Berlusconi ha saputo costruire una rete di studenti, insegnanti, operatori, genitori che in maniera pacifica sono scesi in piazza a Roma, come in tutta Italia, per affermare che l’istruzione è un diritto di tutte e tutti, che non si può più tollerare la continua dequalificazione e precarizzazione della scuola pubblica, che le risposte ai problemi che tuttavia esistono non sono quelle delle destre. Ma evidentemente questo non è piaciuto alle frange più estremiste che infiltratosi nel corteo hanno messo in atto una strategia vecchia come il cucco nella storia del nostro Paese: stravolgere le modalità di una opposizione radicale e pacifica allo stesso tempo, con l’obiettivo di delegittimare il movimento e con esso le battaglie di civiltà che sta portando avanti. Probabilmente dentro quel corteo c’erano anche persone che hanno chiuso un occhio di fronte alla ferocia della repressione delle giornate di Genova in occasione del G8 ed oggi hanno toccato con mano quello che allora venne denunciato come una operazione pianificata con la collaborazione di un manipolo di violenti facinorosi che nulla aveva a che spartire con i manifestanti scesi in piazza. A questo si aggiunge l’atteggiamento vergognoso di una maggioranza che dentro il Senato approvava la controriforma mentre fuori cresceva la protesta e ragazze e ragazzi inermi venivano picchiati a colpi di manganellate. Quanta distanza tra le immagini dei senatori più lecchini che correvano al tavolo del governo per stringere la mano al ministro e quelle dei volti sanguinanti fuori del palazzo. È evidente che c’è una emergenza democratica che cresce, una emergenza che parte da scelte scellerate che mirano all’azzeramento della scuola pubblica, fondamento della Repubblica Democratica uscita dalla Resistenza antifascista, per arrivare all’annientamento degli spazi di opposizione sociale. Non ci faremo intimorire, non pagheremo noi la vostra crisi, sosterremo con forza tutte le iniziative di lotta del movimento con la consapevolezza che ad essere in gioco non è solamente il futuro degli studenti e degli insegnanti ma anche quello del Paese. Anche per questo ci faremo promotori del referendum abrogativo del decreto n. 137 appena convertito in Senato e della legge 137 sulle Università approvata a fine luglio. Una battagli di civiltà a cui Rifondazione Comunista dell’Umbria non si sottrarrà. Stefano Vinti Condividi