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di Daniele Cibruscola PERUGIA – Questa mattina, nei locali della sua sede regionale a Perugia, la conferenza stampa di inizio anno della Cisl Umbria. Presenti tutti i vertici della struttura sindacale; dal segretario generale Pierluigi Bruschi ai segretari territoriali Ulderico Sbarra (Perugia), Faliero Chiappini (Terni), Bruno Piernera (Foligno), ai quattro segretari regionali: Giuseppe Bolognini (terziario), Claudio Ricciarelli (sanità e sicurezza), Giovanni Ciani (tesseramento e proselitismo) e Lucia Diamanti (turismo, ambiente, cultura). Un incontro per esporre le linee guida del sindacato per il nuovo anno appena iniziato; una conferenza durante la quale si è parlato di sicurezza, diminuzione della pressione fiscale e aumento salariale come obiettivi primi da raggiungere anche mediante gli “strumenti di lotta” tipici dell'azione sindacale. “Perché il momento secondo me è quello giusto”, ha dichiarato facendo la voce grossa Bruschi a inizio conferenza. E tra qualche frase ad effetto e le tante frecciate alle federazioni “concorrenti” – è parso quantomeno inopportuno sostenere che il proprio numero di iscritti risulta essere minore di quello di “altri” soggetti, a causa di una struttura sindacale che prevede una quota di iscrizione superiore – si sono intraviste anche le logiche d'azione che il segretariato regionale è deciso a mettere in atto per questo 2008. Contrattazione di 2° livello innanzitutto. Proprio quello strumento che si teme porterà ad una svalutazione seria dei contratti nazionali – che si ridurranno probabilmente a mero recupero dell'inflazione programmata, ndr – e che sposterà all'interno delle singole aziende tutto il discorso sugli aumenti salariali legati (è pacifico, o comunque inevitabile pensarlo) alla produttività e alla quantità di lavoro effettivo dei salariati. E' evidente, dunque, che per la Cisl dell'Umbria la contrattazione nazionale non basta (anzi, probabilmente è addirittura un ostacolo) a garantire quell'equità di trattamento che in Italia e in tutto il resto d'Europa, come nell'esempio delle ferrovie Francesi, viene perseguita secondo tale logica. Durante l'incontro poi, il segretario regionale ha anche parlato di pensioni – ed era inevitabile per un'associazione che tra i suoi iscritti, nella nostra regione, annovera più pensionati che lavoratori attivi (53mila i primi, 30mila i secondi) – e in relazione al Fondo per la non autosufficienza ha dichiarato: “Se entro un mese la Regione non approverà la legge e il regolamento attuativo ci vedremo costretti a manifestare assieme alla categoria dei pensionati”. Non si può che attendere il termine di questo anno per vedere se le politiche previste dalla Cisl saranno fruttuose o improduttive, nel frattempo, va detto, restano comunque incerte e poco chiare. Condividi