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PERUGIA - Verificare presso la Commissione europea le modalità tecniche di applicazione delle deroghe alla caccia migratoria, con l’obiettivo di consentire il prelievo già dalla prossima stagione venatoria. È una delle linee indicate dall’assessore alla Caccia della Regione Umbria, Lamberto Bottini, durante un incontro con la Terza Commissione del Consiglio regionale. Nel sottolineare l’interessamento della Giunta regionale (anche con la presentazione di un ordine del giorno), Bottini ha sottolineato che sarà fondamentale sollecitare il Governo per rendere funzionali le attività dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione Ambientale) al fine di determinare entro il 31 gennaio 2009 l’effettiva consistenza delle popolazioni venatorie interessate da richieste di prelievo in deroga. In sede di Conferenza tra Stato e Regioni - aggiunto Bottini - verrà richiesto l’aggiornamento del "Protocollo operativo per il prelievo in deroga" siglato nel 2004 e sarà infine comunicata la disponibilità a collaborare dell’Osservatorio Faunistico regionale per la raccolta dei dati necessari alla stima di popolazione rilevata a livello nazionale, finalizzata al calcolo della "piccola quantità". Secondo Bottini la gestione della fauna deve trovare momenti di raccordo e collaborazione con obiettivi ben precisi, in grado di soddisfare tutte le esigenze che ruotano intorno ad essa, ma soprattutto rispettare le regole stabilite con particolare riguardo a quelle comunitarie. Anche nell’ambito della prevista revisione della legge 157/92 si fa strada la necessità di abbattere le logiche della contrapposizione ed andare verso una fase di lavoro congiunto e compartecipato da tutti i soggetti interessati. In tal senso è stato lanciato un messaggio da parte di undici sigle tra associazioni venatorie, associazioni agricole ed ambientaliste (Federazione Italiana della Caccia, Italcaccia, Arcicaccia, Coldiretti, Confagricoltura, Confederazione italiana agricoltori, Fare Verde, Amici della terra, Legambiente, LIPU e WWF). Questo principio è ancor più pregnante - sostiene l’assessore - quando si parla di avifauna migratoria, le cui popolazioni interessano vaste aree continentali e non possono essere gestite in un’ottica localistica senza avere validi supporti scientifici sulla loro consistenza e distribuzione. È per questo - conclude Bottini - che iniziative come quelle intraprese di recente dalle Regioni Lombardia, Veneto e Marche, in merito al prelievo in deroga alla direttiva 79/409/CEE, finalizzate a forzare le norme con l’illusione di ripristinare presunti diritti, ma che non trovano il riscontro ed il supporto della corretta gestione faunistica, vengono subito impugnate, sospettate di incostituzionalità e rinviate nelle opportune sedi di giudizio. Condividi