berlusca.jpg
di Alessandro Cardulli- Dazebao Le agenzie di stampa lanciano in continuazione notizie da tutta Italia: dalle università e dalle scuole di ogni ordine e grado. E’ una giornata straordinaria di mobilitazione, di lotta, degli studenti, dei precari. Mille e mille iniziative nascono dalla creatività del movimento. L’occupazione non è più il momento culminante della protesta, anzi a volte è proprio una specie di “mordi e fuggi”. Ci si impadronisce momentaneamente di un aula, di una sede di facoltà, di un liceo. L’assemblea è un momento di discussione e, al tempo stesso, di organizzazione delle nuove iniziative. Nelle scuole medie partecipano a questo movimento anche i genitori e nelle elementari anche i bambini. Nelle università in prima fila anche i ricercatori, i precari, ma si fanno vivi persino i rettori, i presidi di facoltà ed i professori. Poi fuori nelle strade. Come a Roma, per dare vita ad un presidio davanti al Senato dove la ministra Gelmini si esibisce in gaffe che rimarranno storiche. Un ministro che non conosce gli accenti, che invece di dire “ ègida” storpia in “ egìda” e fa ridere l’assemblea dei senatori, anche quelli della maggioranza. Non è un bel vedere per un ministro dell’Istruzione. Lo sono invece, gli applausi, per gli universitari romani che lasciata la Sapienza si dirigono verso Palazzo Madama. La gente applaude dai lati delle strade, smentendo tutti i sondaggi servili e fasulli, che inneggiano alla Gelmini e a Berlusconi. Una gaffe non era sufficiente per la Maria Stella. Passa alla seconda: annuncia che convocherà le associazioni degli studenti e al tempo stesso li accusa di dar vita ad una “ campagna terroristica”. Il ministro ha cercato di superare il maestro. Ma Berlusconi con un guizzo, un colpo di reni come fanno ciclisti quando sono nei pressi della classica fettuccina dell’arrivo, si è esibito in una delle più folgoranti performance della sua carriera. Ha parlato da Pechino, dove si trova per partecipare al vertice Asia-Europa dove tra l’altro ha incontrato il presidente cinese, il comunista Hu Jintao e il primo ministro comunista Wen Jiabao. Pappa e ciccia con i comunisti, ma quelli cinesi. Nel nostro paese invece sono tutti estremisti e pericolosi terroristi. E gli studenti? “Se qualcuno va in piazza – dice – è perché gli piace andare in piazza. A qualcuno piace la musica, a qualcuno piace manifestare.” Poi si lamenta se qualche cartello o qualche slogan gridato nei cortei non è proprio dolce come uno zuccherino. Nelle sue parole si trova solo arroganza e disprezzo per gli altri. Ma non bastava. Sempre da Pechino fa sapere che lui non si è mai sognato di dire che sarebbe intervenuta la polizia per far sgombrare le aule occupate. Sono i giornalisti che hanno svolto opera di disinformazione. “ C’è, come al solito, un divorzio - ha affermato - fra l’informazione e la realtà”. Andiamo a vedere questa “realtà” riportando le parole pronunciate dal capo del governo . Riferendosi alle occupazioni aveva detto infatti: “E’ una violenza, convocherò oggi pomeriggio Maroni per dargli indicazioni su come devono intervenire le forze dell’ordine.” Se qualcuno non aveva ben capito precisava: “ L’ordine deve essere garantito. Lo Stato deve fare il suo ruolo garantendo il diritto degli studenti che vogliono studiare di entrare nelle classi e nelle aule”. Come un prestigiatore, che fa apparire e sparire persone, animali, oggetti, da Pechino afferma che mai ha parlato di intervento della polizia. Facendo leva sulla sua vena giullaresca dice anche che metterà in atto “ azione di convincimento” nei confronti degli studenti che occupano. “ Ne ho in mente – sottolinea – qualcuna molto spiritosa”. Si passa con straordinaria indifferenza da un linguaggio che ricorda Tambroni e quel tragico luglio ’60, a battute da avanspettacolo della peggiore specie. A Pechino ci mancava solo Apicella, il suo cantore. E pensare che perfino ministri come Maroni e La Russa avevano creduto al primo Berlusconi, quello tambroniano, tanto da dover gettare acqua sul fuoco: Che avrà mai fatto di male questo paese per meritarsi un simile capo del governo. Chissà cosa ne pensano i cinesi. Condividi