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di Nicola Bossi Il caso Meredith si arrischi di un nuovo scontro, rigorosamente dietro le quinte, che coinvolge il Pm Giuliano Mignini e il giornalista e scrittore Mario Spezi. Uno scontro che parte da lontano: dall'inchiesta Mostro di Firenze-Caso Francesco Narducci che ha visto proprio il giornalista finire in carcere per mano del Pm Mignini per le accuse di depistaggio di indagini e per essere il mandante dell'omicidio del medico perugino che avrebbe avuto legami con la presunta organizzazione criminale dedita all'omicidio delle coppiette. Sul caso Meredith i due sarebbero tornati a scontrarsi sia sulla ricostruzione dell'omicidio che sul presunto attacco mediatico mosso dagli Stati Uniti - filo Amanda - che per il Pm avrebbe una mente italiana. Guarda caso Mario Spezi è molto conosciuto negli Usa dove il suo libro - Dolci Colline di Sangue - Mostro di Firenze - è stato al primo posto dei libri più venduti per otto settimane. E una grande casa produttrice - socio di maggioranza Tom Cruise - ne ha comprato i diritti d'autore per farne un film. Mario Spezi conferma ad Apcom di avere avuto contatti sul caso Meredith dagli Stati Uniti. "Io sono molto conosciuto negli ambienti giornalistici americani - spiega Spezi - e quindi ritengo naturale che sia stato contattato da questi per parlare del caso umbro e anche dei metodi investigati del Pm Mignini che conosco bene. Non sono stato però avvicinato né dagli avvocati di parte né da chi ufficialmente a che fare per ragioni di parte con Amanda Knox". Spezi conferma di non aver espresso certamente parole di elogio "per il Pm perugino" e ribadisce: "La storia delle mente italiana che starebbe dietro l'attacco mediatico nei sui confronti, è l'ennesima dimostrazione che l'inquirente perugino vede complotti e personaggi oscuri disposti a tutto in ogni circostanza". Complotti o meno, anche stavolta, come per il caso Mostro di Firenze Ter e Caso Narducci i due si contrastano anche sull'identikit del presunto killer o più killer di Meredith Kercher. Spezi, nel suo sito (www.mariospezi.it), parla di un giovane - molto somigliante a Raffaele Sollecito ma non lui - che la notte dell'omicidio sporco di sangue e urlante - "l'ho ammazzata, l'ho ammazzata" - è stato visto da molti testimoni nei pressi di via della Pergola. Il giovane è stato identificato dal 118 che lo avrebbe curato per un taglio alla mano destra. Su quel giovane è sceso il velo degli inquirenti che hanno anche interrogato per ore un giornalista che avrebbe scritto questo scenario. Si domanda Spezi: "Perché quell'uomo fu subito rinchiuso in un centro di recupero inaccessibile ai giornalisti e alle loro domande? Che cosa era accaduto quella mattina? Perché gli inquirenti non lo dicono, se hanno accertato che non ha niente a che fare con la morte di Meredith Kercher? Condividi