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Una risposta a Daniele Bovi per la nota su Umbrialeft del 16/10/2008. Caro Daniele, tu chiami “onda moralista-giustizialista” la richiesta di onestà di pulizia e di trasparenza, che, come appunto tu stesso dici, “si alza dal paese”. Non èun'onda giustizialista. E' il riemergere della “questione morale” di Enrico Berlinguer. Quella stessa che nel 1992 riuscì a distruggere i partiti che costituivano l'asse portante del sistema di potere che governava l'Italia: la DC e il PSI. Scusa se è poco. La questione morale viene prima di ogni altra questione. Sottende la questione sociale conseguente alla globalizzazione e persino la crisi globale della finanza mondiale. L'intreccio di affari politica è alla base degli smisurati arricchimenti dei finanzieri occidentali, come dimostra il caso Enron e la crisi dei mutui. Oggi si parla di nuove regole mondiali di finanza etica. Il lavoro cattivo sostituisce quello buono e il lavoro cattivo è quasi sempre illegale se non illecito. Molti imprenditori usano il lavoro nero per mettere fuori mercato le imprese sane. La maggior parte dei morti sul lavoro risulta assunto lo stesso giorno dell'infortunio. Non si riesce a varare una modifica del codice penale che aggravi il reato per gli imprenditori che violano le disposizioni sulla sicurezza del lavoro e la sola mobilitazione sindacale non incide sul problema. Se un'impresa ha comportamenti criminali, in Campania come in Umbria, non di rado si assiste alla distesa di un vero e proprio scudo difensivo, sotto il titolo della difesa del posto di lavoro. Questo ha reso la battaglia contro la criminalità organizzata un lavoro da eroi, dove gli stessi sindacalisti vengono emarginati se fanno il loro dovere di cittadini. Col riciclaggio e con la droga la criminalità organizzata ha generato una vera e propria economia illecita, indissolubilmente legata a quella lecita. Ci sono attività economiche, come le costruzioni, dove l'imprenditore si affilia alla cosca o la assolda per battere la concorrenza. Lì non c'èmercato che tenga. Non lo dico io, lo dice Saviano e non è un romanzo, ma accade ogni giorno sotto i nostri occhi, anche in Umbria. Il governo vara leggi a tutela dei comportamenti illegittimi e illegali, come il falso in bilancio e il lodo Alfano. Uomini politici di primo piano sono legati a doppio filo alla criminalità organizzata e il voto di scambio emargina la sinistra in decisive regioni del sud. Battersi fino in fondo contro tutto questo ègiustizialismo? Pretendere che la legalità sia un diritto sociale di cittadinanza è giustizialismo? Volere che Tanzi, Cragnotti, Cimoli e gli altri che hanno ridotto l'Alitalia nelle condizioni in cui è paghino anche penalmente le loro azioni è giustizialismo? Allora io sono giustizialista. Perugia è un crocevia dello spaccio di droga. Il suo centro storico, da una certa ora in avanti, è pieno di spacciatori che stanno agli angoli delle strade. La città ha il record di morti per overdose. Tutti sanno che dietro questo vi è una rete mafiosa d'origine italiana, nigeriana, albanese e nord africana. Ci sono santuari in città usati come depositi e alloggi non censiti che servono come rifugi. La vita di interi quartieri è resa difficile. Sfruttatori della prostituzione affittano interi piani di palazzi in centro e in periferia, trasformandoli in luoghi di segregazione delle schiave del sesso. Pretendere un'azione dura e incisiva delle amministrazioni e delle forze dell'ordine, fatta di interventi sociali ma anche di contrasto e repressione di questi crimini è giustizialismo? Allora io sono giustizialista. Recentemente si è saputo che gli appalti sulle strade della provincia erano sottoposti ad un regime di tangenti e di aggiramento delle gare che vedevano coinvolti politici, importanti funzionari pubblici, oltre che il vertice dell'imprenditoria umbra. Si è saputo anche che questo era un sistema corruttivo che si allargava all'ANAS e alla Regione. Quando lo scandalo è scoppiato la destra ha taciuto e ha tenuto il sacco. Era la manifestazione pubblica del “partito del mattone”, le tre C di cui leggo spesso su Umbrialeft. Possibile che nessuno abbia osservato che il luogo specifico in cui si realizza il patto consociativo del partito del mattone ・proprio quello della politica delle opere pubbliche, a tutti i livelli dello stato e delle amministrazioni locali? Pretendere in modo intransigente, senza sconti o girate di spalle, che le amministrazioni si comportino in modo legale, trasparente, aperto al controllo dei cittadini e alla vigilanza degli organi preposti, affinchè si affermino le imprese migliori e il lavoro nero venga bandito attraverso appalti pubblici nei quali sia obbligatorio il rispetto dei contratti di lavoro è giustizialismo? Allora io sono giustizialista. Pretendere che il salario e l'orario contrattuale siano un diritto dei lavoratori e un obbligo dei loro datori di lavoro e che questo diritto/obbligo venga tutelato dalla legge, anche configurando specifiche ipotesi di reato e non lasciandolo solo all'alea dell'azione sindacale è giustizialismo? Allora sono giustizialista. Trasformare in un reato l'assunzione di una donna facendole prima firmare una lettera di dimissioni se rimane incinta è giustizialismo? Allora io sono giustizialista. Pretendere che sia equiparato al reato di estorsione il fatto che un dipendente sia costretto a prelevare una parte della busta paga per restituirla al datore di lavoro, pena l'attivazione di una lettera di dimissioni in bianco già sottoscritta dal dipendente nel momento dell'assunzione è giustizialismo? Allora io sono giustizialista. Ma sono convinto che anche tu, caro Daniele, sei giustizialista come me. Paolo Brutti Condividi