La sinistra umbra per decenni ha svolto un ruolo positivo, ha contribuito in maniera determinante a traghettare la nostra piccola regione, povera e prevalentemente agricola, ad essere un territorio industrializzato, con un forte e articolato welfare regionale ed una qualità della vita invidiata e riconosciuta in Italia e in Europa.
"L'Italia ha un cuore verde" è stato il fortunato slogan che ha sintetizzato con efficacia il rapporto positivo tra ambiente, qualità della vita e processi di modernizzazione in Umbria.
Questo rapporto positivo tra la sinistra e gli umbri si è interrotto per motivi generali, come la crisi economica e per cause regionali, in quanto i gruppi dirigenti della sinistra e del centrosinistra non sono stati in grado di rispondere adeguatamente al 'declino' economico e sociale che ha investito la regione subendo, sostanzialmente, le ricette liberiste imposte dai governi centrali e dalle politiche europee di austerità.
Si è rotto un legame, si è spezzato un rapporto di fiducia tra la sinistra e i suoi popoli.
Oggi, è certificato, che un ciclo storico si è definitivamente concludo e con esso una lunga fase politica del centrosinistra al netto dello scandalo "concorsopoli".
Riteniamo che riproporre vecchi schemi di alleanze per contrapporsi a questa destra, dentro una crisi del sistema democratico che corre il rischio di trasformarsi in un regime, non permette la definizione di un progetto capace di attirare il consenso elettorale che consenta di vincere le elezioni.
Se la crisi ha trasformato il mondo del lavoro e l'economia, ha sconvolto assetti e relazioni sociali, e quindi il 'senso comune' dei lavoratori e della nostra gente, occorre dare risposte politiche del tutto nuove, inedite, sperimentare nuove soluzioni politiche.
Noi, eredi della 'sinistra umbra' siamo consapevoli che le antiche certezze e pratiche politiche non rispondono alle esigenze di una nuova fase e di un nuovo ciclo storico per la nostra Umbria.
Quindi non sono adeguate coalizioni che riproducano l'antico e superato centrosinistra.
Per questo, per avviare un nuovo inizio avanziamo la proposta di una 'nuova coalizione' che veda protagonisti con pari dignità: M5S;  i vari raggruppamenti civici (Stirati, Umbria dei territori, d'ispirazione progressista); i cattolici democratici; noi della sinistra; le altre forze politiche come il PD, i Verdi, LeU, Radicali, Rifondazione, PCI, PSI di Becchetta e tutto il vario mondo dei comitati locali e dell'associazionismo.
Due sono le condizioni fondamentali che poniamo: la prima, sgombrare il campo da tutte le candidature già avanzate; la seconda, che tutte le forze politiche s'impegnino ad un reale rinnovamento delle liste ad iniziare dal PD.
Sconfiggere la Lega, impedire che la civile Umbria sia governata da razzisti, xenofobi, sessisti, neo-fascisti e liberisti autoritari, è il nostro obiettivo prioritario.
È evidente che siamo ad una svolta per la nostra Regione, sappiano che "l'Umbria rossa" non esiste più da diversi anni, ma l'Umbria è esistita perché è stata una invenzione della politica.
Oggi tocca di nuovo alla politica ripensare l'Umbria, e noi pensiamo che sia importante, che sia protagonista, ancora, la sinistra umbra.

Stefano Vinti
 

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