di Roberto Musacchio.

Torno sul voto sulla Presidente della Commissione con qualche altra considerazione.
1) Il livello europeo si conferma decisivo. Tutte le dinamiche nazionali vi confluiscono e, soprattutto, ne sono condizionate.
2) Quella europea è una dimensione "altra" della politica perché gioca un ruolo decisivo il carattere sistemico.
3) La dinamica di riassetto del sistema è stata interpretata da Macron che ha saputo correre rischi resi evidenti dal voto. Merkel ha saputo "adeguarsi" pagando prezzi interni (Spd) e esterni (Paesi dell'Est). Comunque il riassetto ha vinto.
4) Parlare di una maggioranza europeista non ha senso. Ieri ungheresi e polacchi si sono affrettati a rivendicare il salvataggio della presidente. Diciamo che il Sistema è passato per 9 voti.
5) Ora naturalmente lavoreranno a recuperare su Spd, Est e altri malesseri. Su questo c'è la composizione della Commissione, il board della Bce ed altro.
6) Lo speach della Presidente era in piena continuità. Naturalmente con l'uso del linguaggio di Bruxelles che ci colpisce visti i toni che sopportiamo in Italia. Sui punti per cui non la si poteva votare ho già scritto e li richiamo. Continuità con Maastricht e fiscal compact. Niente direttiva per ingressi regolari dei migranti. Ambiguità e nessuna concretezza su sociale e ambiente.
7) Il trattamento verso i verdi dimostra che il Sistema non accetta neanche varianti pure interne.
8) La vicenda italiana si gioca molto in Europa. Dall'infrazione, alle raccomandazioni, alla trattativa dei governi sulle nomine, al voto di ieri il Sistema ha ritrovato capacità di guidare l'Italia e interlocutori per farlo. Per governo e Lega la partita è complicata. La Lega paga il confinamento con Le Pen. In Europa è isolata ed è bene così. Può usare questo per accentuare i toni ma la mancanza di risultati (il commissario ad esempio) le peserà. La Lega può scaricare su Conte e Cinquestelle i nodi commissario e manovra e viceversa. Resta che entrambi non sanno come uscirne. Chi guida può pensare a soluzioni soft per autonomia differenziata, flat tax, manovra e commissario. Così la situazione decanta e si riassetta una alternativa di sistema. Per altro i cinquestelle si stanno dimostrando sostanzialmente una forza liberal populista aggregabile a questa UE.
9) Meno male che c'era il Gue. Di fronte ai casini socialisti e allo schiaffo ai verdi il mantenimento di una Sinistra autonoma e alternativa ha rappresentato un punto di riferimento. In Parlamento Europeo ci sono tutte minoranze e il Gue può fare un polo capace di interagire. Il Gue c'è nonostante l'attacco forsennato contro le sinistre che va avanti da anni e passa dall'assurdo sbarramento nella legge elettorale europea in Italia che seguiva all'impossibilità di cambiare il centrosinistra alla guerra a Syriza e oggi a Unidas Podemos. C'è perché ha saputo mantenere unite e credibili le forze di alternativa in Europa. 
10) In Italia non vedo altra strada che quella di ispirarsi a questa esperienza del Gue e alla dimensione europea ritrovando unità e credibilità sociale e politica. Scorciatoie come quella di affidare la lotta alla lega ad accordi con pd e Cinquestelle le troverei esiziali politicismi. La politica è altra cosa. L'Europa richiede chi lavori ad una alternativa e noi dobbiamo essere questo.

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