Siamo più soli, ma come Valentino non ci arrendiamo al pensiero unico.
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di Giacomo Russo Spena - Controlacrisi
Quando penso, in queste ore, con intensità e dolore, a Valentino, mi viene in mente il severo e, insieme, dolce ammonimento di Rosa Luxemburg : "abbiamo molto da fare e, quindi, molto da studiare ". Valentino, che ho sempre considerato un mio fratello maggiore, lo ricordo così, dal '70 agli ultimi anni. Profondamente gramsciano, parte vera dell'intellettuale organico, molto innovativo, scientificamente curioso, permeato dall'elogio del dubbio, ma sempre insoddisfatto di fronte a comportamenti spontaneisti, massimalisti, pragmatici . E' stato, infatti, profondamente progettuale, amante dell' " azzardo programmatico ", fautore dell'organizzazione salda ma democratica della soggettività antagonista.
E' stata, nel suo vissuto, persona garbata e paziente; un dirigente politico "vero ", non politicista , ma attento agli equilibri tra società e politica. Rigoroso, ma non accademico.Arguto, amante dei piaceri della vita. Lo ricordo, nelle nostre quotidiane riunioni, sempre sereno, mai, però, arrendevole, capace di coniugare lo " spirito di scissione ", il punto di vista sulla società, con la ricerca dell' unità possibile. Odiava il " fazionalismo", il frazionismo settario: ma ancor più odiava il "disperazionismo " . Non ha mai pensato che, in quanto sconfitti nel contesto storico, dovessimo arrenderci, pensare che il comunismo andasse messo in soffitta. Continuava, anche nei suoi ultimi lavori, a ricercare sempre le faglie, i punti di rottura di questo immane magma del capitalismo contemporaneo. Discutemmo molto, nei primi anni '70 , del " superamento a sinistra " dello stalinismo. Discutemmo molto, entrambi meridionali, entrambi " euromediterranei " sulla contemporaneità della "questione meridionale ". Valentino ci ha lasciato. E' più sola la democrazia costituzionale italiana. Sono più sole le comuniste e i comunisti critici (anche eretici), che rifiutano ogni dogmatismo. Siamo più soli. Ma, come Valentino, non ci arrendiamo al pensiero unico , al senso comune dominante anche a sinistra. Rovistiamo e rovisteremo ancora, con umile spirito di ricerca, nella nostra marxiana " cassetta degli attrezzi ".
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