di Carlo Romagnoli.

1. Saremo a Mosca il 7 novembre 2017 con una delegazione ufficiale del PCI per partecipare alle manifestazioni in occasione della celebrazione del centenario della nostra, mitica, Rivoluzione di Ottobre.

Penso che ci sarà mezzo mondo, l'occasione è unica e le vibrazioni sono positive.

Per quanto fango abbiano gettato sulla rivoluzione russa, l'atmosfera è carica di entusiasmo: l'assalto al cielo che 100 anni fa i rivoluzionari bolscevichi hanno avviato evoca bellezza, l'organizzazione della miseria da parte dei capitalisti e delle forze politiche che vogliono costringerci ad accettarla perché non ci sarebbe alternativa evoca tristezza e assenza di futuro.

2. Ci sarà da parlarsi, tra comuniste e e comunisti, su come il capitale finanziario sta mettendo a valore la nostra vita e la natura intera, come sta distruggendo entrambe, su come contrastare i suprematisti e le guerriglie controrivoluzionarie scatenate dalle teocrazie del Golfo, su come archiviare la Nato e l'Unione Europea, riconquistare i luoghi in cui vengono prese le decisioni importanti per la nostra vita, oggi sottratte dalle elites alla pratica sociale con le sedicenti “democrazie a trazione elitaria”, dispositivi antidemocratici che danno vità ad una governamentalità che, concentrando sempre più potere e ricchezza nelle mani dei pochi, consuma partiti e politici bypartisan, logora la forma stato, evoca passioni tristi e si affida a deliri suprematisti per giustificare l'ingiustificabile disuguaglianza che i mercati producono.

3. Ma non andremo a Mosca solo per lamentarci con altre compagni e compagni sulle “sfighe” che ci uniscono.

Ci sarò da parlarsi, tra comuniste/i a Mosca e non solo li, su come dare una altra contundente spallata all'economia della tristezza e praticare il comunismo dell'abbondanza, perché Lenin ci ha insegnato che l'analisi concreta della situazione concreta non serve certo per fare un passo avanti e due indietro accontentando degli “strapuntini” su cui ci fanno sedere e delle tragicomiche conquiste immediate di marxiana memoria perché i capitalisti sarebbero troppo forti.

Oggi rima la cui base materiale è molto più avanzata rispetto agli anni '60 in cui il sociologo operava, perché nel frattempo si è arricchita di spettacolari sviluppi delle forze produttive e scientifiche: se il costo marginale di molti beni di ampio consumo tende a zero, se riusciamo a prevedere la traiettoria di un meteorite nello spazio ed a far atterrare una sonda su di esso, se si riesce attraverso i big data a conoscere i bisogni di ognuno (purtroppo al solo fine di fargli offerte commerciali personalizzate, sic!), dare a ciascuno in base ai suoi bisogni di salute - cioè garantire l'equità nella salute- è un fine per il cui raggiungimento disponiamo di conoscenze e mezzi appropriati,spetto a cento anni fa, la base materiale su cui può contare la costruzione del comunismo è molto più avanzata perché nel frattempo si è arricchita di spettacolari sviluppi delle forze produttive e scientifiche:

se il costo marginale di molti beni di ampio consumo tende a zero...

se riusciamo a prevedere la traiettoria di un meteorite nello spazio ed a far atterrare una sonda su di esso migliorando poi con controlli remoti le prestazioni delle apparecchiature di bordo...

se con l'economia circolare possiamo produrre beni che siano caratterizzati oltre che dal valore d'uso specifico anche dalla sostenibilità ambientale....

se si riesce attraverso i big data a conoscere i bisogni di ognuno (purtroppo al solo fine di fargli offerte commerciali personalizzate, che povertà ideativa in questi capitalisti cognitivi, sic!)....

se abbiamo fatto tesoro degli errori politici evidenziatisi nel primo ciclo di costruzione del socialismo...

dare a ciascuno in base ai suoi bisogni e far si che ciascuno dia in base alle sue capacità rappresenta un progetto estremamente più concreto di quanto fosse possibile immaginare 100 anni.

4. Le critiche di Hayek sulle aporie costitutive della programmazione socialista, basate sul fatto che non si potevano conoscere i bisogni, dati anche i limiti di calcolo presenti negli anni '50, sono ampiamente alle nostre spalle: nel nostro mondo, immerso dal capitalismo in una crisi ambientale e socio economica profonda, lasciare autonomia al mercato sperando che si autoregoli è una sciocchezza di rilevanti dimensioni teoriche e di catastrofiche conseguenze pratiche.

Veramente qualcuno crede che 7 miliardi e mezzo di imprenditori di se stessi, in competizione perenne in un mercato libero da lacci e laccioli, guidati da elites irresponsabili perché cieche verso i problemi che pure creano, incapaci di accettare le evidenze scientifiche pensando in modo sistemico e dedite solo a concentrare più ricchezza nelle proprie mani,, sia una soluzione che abbia un qualche senso?

E del tutto evidente che oggi, subito, non tra cento anni, serve un programma globale che in base ad una visione finalmente sistemica e non più lineare delle relazioni uomo ambiente, definisca:

ciò che è sensato e necessario produrre per garantire una vita libera da bisogni a tutte ed a tutti...

a chi devono andare i beni....

come risolvere gli enormi problemi di disuguaglianza e inquinamento prodotti dallo sfruttamento dell'uomo sull'uomo ...e di tutti e due sulla donna.. e di tutti e tre sull'ambiente, sempre che si sia ancora in tempo...

I comunisti sono in grado di dare il maggiore contributo allo sviluppo ed alla attivazione di questo programma per la cui sperimentazione disponiamo di conoscenze e mezzi appropriati.

Saremo a Mosca il 7 novembre, per parlare appunto di questo, ma crediamo che l'urgenza e la necessità del passaggio sia chiara a tutte ed a tutti e che anche chi non sarà a Mosca il 7 novembre farà la sua parte, parlerà anche di questo con le compagne ed i compagni che conosce.

Saremo a Mosca, il 7 novembre per attivare pratiche sociali che svilupperemo soprattutto dopo il 7 novembre, tutte e tutti insieme perché la pluralità e la diversità sono tra le ricchezze che nutrono il comunismo possibile oggi, quello dell'abbondanza!

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