La sanità e la campagna elettorale (di Carla Gentili)
Ieri sono stata a Marsciano, all'apertura della campagna elettorale della lista M5S per le prossime elezioni della Regione Umbria, a sostegno della candidata Presidente Stefania Proietti. E ho potuto apprezzare, oltre agli interventi degli esponenti del M5S locali, quelli dei candidati Angelica Petrelli e Giuliano Granocchia.
La prima, espressione dell' associazionismo migliore nel campo dell'assistenza ai portatori di disabilità, ha potuto constatare di persona le gravi carenze strutturali e soprattutto quelle indotte dalla destra al potere (nella Regione come nel Paese), con una politica di definanziamento selvaggio della sanità pubblica e dei servizi ai cittadini, specie a quelli con maggiore disagio; Angelica Petrelli è inoltre presidente del comitato No 5G, che si batte non contro la tecnologia in sé ma contro la svendita sistematica di porzioni del terreno pubblico a multinazionali per la installazione di antenne, in modo tale che i cittadini non hanno di fatto più controllo del loro territorio; attivista 5S, cresciuta all'epoca di tangentopoli e del berlusconismo imperante, sente la "questione morale", dell'onestà e della onorabilità pubblica, come il cuore pulsante della democrazia, a garanzia dei cittadini specie più svantaggiati che solo nei servizi pubblici possono trovare un sostegno per una vita dignitosa (secondo il dettato costituzionale).
Giuliano Granocchia proviene, come noto, da una lunga e coerente militanza, mai abiurata, nelle file della sinistra di ascendenza marxista, una formazione preziosa, sia dal punto di vista dell' approfondimento politico e culturale delle questioni in gioco- anche a livello globale-, sia come scuola (non retorica né utilitaristica né miope, cioè subalterna al "fare per il fare indipendentemente da ciò che si fa") di un impegno concreto capace di coniugare competenza e visione, tanto nell' amministrazione pubblica che nella società civile, in particolare come presidente di Confesercenti Umbria. Personalmente trovo questa scelta, sia da parte del M5S che da parte di Giuliano, molto positiva, sia per il governo della nostra Regione, sia come indicazione politica nazionale, nella prospettiva di una sinistra pragmatica sì ma capace di conservare e valorizzare un nucleo anti-sistema, cioè un' istanza critica delle storture e delle ingiustizie strutturali dello stato di cose esistente (istanza evaporata, a mio giudizio, nel Pd, mentre nelle varie formazioni superstiti a sinistra del PD appare poggiata su basi tanto esigue dal punto di vista "materiale", del consenso e radicamento sociale, quanto acute e lungimiranti - a volte- sotto il profilo della capacità di pensiero e di analisi).
E infatti Giuliano Granocchia ha saputo indicare in modo efficace il nesso stringente fra la necessità di battere la destra in Regione (per le politiche disastrose sul piano della sanità, dei trasporti, dei rifiuti, del lavoro...), e l'urgenza di rappresentare, pur all'interno di un'alleanza salda e costruttiva come quella che si riconosce nella leadership di Stefania Proietti, un' esigenza di rinnovamento e quindi di discontinuità anche nei confronti del centro-sinistra vecchia maniera che si trovò 5 anni fa a perdere il consenso della maggior parte dei cittadini umbri anche per i propri errori e per un esaurimento della spinta all'emancipazione per tutti rispetto a una politica di mera gestione dell'esistente.
Di qui la centralità della questione del lavoro, cioè il grande problema del lavoro povero, di rilevanza nazionale ma sempre più grave in Umbria, avviata a un declino economico e sociale riassunto a volte col termine di "meridionalizzazione", e che bisogna trovare il modo di arrestare senza fare pagare ulteriori prezzi alle fasce sociali che ne sono vittime. Tale declino è attribuito alle politiche liberiste nazionali ed europee, di protezione del capitale finanziario anziché del lavoro, che ha fatto registrare una sempre maggiore caduta, anche nella nostra regione, del tasso di protezione dei salari. Se l'Umbria vuole uscire dalla crisi, anche demografica, deve avere il coraggio di cambiare politiche del lavoro e di proporre politiche di sviluppo in forme nuove. Di qui il plauso, oltre che al reddito di cittadinanza, al salario sociale ( introdotto dal governo Conte 2 e praticamente annullato dalla destra): a questo proposito la Regione, secondo Granocchia, può e deve fare qualcosa di concreto, approvando una norma che condizioni la concessione di appalti a imprese, non all'osservanza di uno dei mille contratti nazionali di lavoro depositati al CNEL ( come si fa di solito, e in cui c'è di tutto: basti pensare che in passato erano solo 120), ma al contratto che garantisca il salario più alto e che riconosca dunque un salario minimo al di sotto del quale non si deve scendere.
Positivo è anche il giudizio sulla misura del cosiddetto 110 per cento del Conte 2, misura di grande efficacia, secondo Granocchia, attaccata dalla destra ( come del resto dal governo Draghi) fino al suo totale definanziamento per l'incapacità di gestirla, e per la scelta di dirottare le risorse sulle armi piuttosto che sulle politiche sociali.
Evidente, dunque, il nesso con la grande politica internazionale, incentrata attualmente su guerre contrarie agli interessi e ai principi dell' Europa migliore, che depauperano e sviliscono ulteriormente il tessuto sociale e produttivo, e rispetto alle quali la Regione Umbria, pur nella impossibilità pratica di intervenire, deve tornare ad esercitare una funzione esplicitamente critica, valorizzando, anche in sede amministrativa, la sua missione storica di terra di pace, da San Francesco ad Aldo Capitini.
Non è retorica, quindi, collegare il No alle risorse pubbliche gettate nella guerra con il Sì agli investimenti per il lavoro, la salute, la scuola, i trasporti, l'ambiente.
Sulla salute, la disarticolazione e il definanziamento della sanità pubblica è sotto gli occhi di tutti con la smobilitazione dei presidi pubblici territoriali a favore di spazi sempre più ampi concessi al privato (e i fischi della cittadinanza a Donatella Tesei parlano da soli).
Sull'ambiente, la decisione della destra di costruire un grande inceneritore nella Media Valle del Tevere ( non si sa di preciso dove! ) , un' opera mastodontica e costosissima , non risponde di certo alle necessità dei cittadini della nostra Regione ( per i quali basta incrementare la raccolta differenziata), ma agli interessi di chi lo costruirà.
A ciò si aggiunge il collasso dei trasporti e la loro ulteriore disarticolazione, per cui si torna a suddividere nuovamente i bacini dell'Umbria sotto questo profilo, contro ogni prospettiva di organizzazione e gestione unitaria, con gravi conseguenze per i collegamenti dei vari territori, le difficoltà di circolazione dei cittadini, l' isolamento, l'obbligo di usare l'automobile con incremento di spese individuali e dell' inquinamento ambientale.
Insomma, c'è veramente molto lavoro da fare - dice Granocchia citando con commozione "Le memorie di Adriano" di Marguerite Yourcenar- per cercare di rendere l' impegno politico per l' Umbria uno strumento di costruzione di una grande "biblioteca" per fronteggiare l'"inverno dello Spirito" che avanza...
Ma la voglia di reagire è grande, come l' attesa delle persone, il desiderio dei cittadini di dare una mano, per la memoria commossa delle lotte e conquiste passate, per il bisogno di resistere nel presente, e soprattutto per la speranza e la fede nel futuro, un futuro che torni ad essere vivo e pieno di giovani, dei nostri giovani e dei giovani che tornino ad affluire in Umbria da fuori, come nei tempi migliori ...
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