di Alfonso Gianni.

Dopo aver letto commenti vari (seppure non tutti meritevoli di attenzione, ma anche questi vanno conosciuti) e qualche analisi non approssimativa sul votodelle elezioni amministrative, che certo omogeneo non è, né lo potrebbe per definizione, si possono trarre almeno cinque conclusioni semplici semplici, ma almeno vere. L'astensione continua a crescere. Il Pd non vince da nessuna parte, tutto è rimandato ai ballottaggi (a Palermo Orlando precisa che la vittoria è sua). Il M5Stelle inverte ed entra in una fase calante (certo la prova di Roma non li aiuta). La destra diciamo così classica morta non è. Liste civiche orientate apertamente a sinistra con buoni e condivisi programmi e candidati non di ceto politico ma non inventati, ottengono consensi al di là delle aspettative. Non c'è mai travaso tra il livello locale e il livello nazionale, in tutte e due i sensi, ma l'insieme di queste cose rafforza la necessità e la possibilità di costruire una lista di sinistra legata ai territori, che non rincorra le sirene di inesistenti centrosinistra ma che definisca una sua autonomia di immagine e di programma da mettere al servizio di chi vuole cambiare l'esistente. Se poi alziamo lo sguardo e guardiamo a quello che succede in Europa, questa idea si rafforza. Parliamone il 18 giugno a Roma.

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