di Roberto Musacchio.

Prodi che "normalizza" il rapporto con Berlusconi in nome dell'"europeismo" e dell'"antisovranismo" chiede una riflessione su cosa sia l'"europeismo reale". Cioè quell'"europeismo" che da Maastricht in poi ha sistematicamente portato avanti scelte che sono l'opposto di quelle che avevano costruito l'Europa sociale. Di questo "europeismo reale" Prodi è un alfiere. E con lui il Pds, Pd. Basta leggere i testi di Berlinguer e del Pci sull'eurocomunismo e l'Europa fino alle elezioni europee del 1984 (ad esempio sul dibattito sullo Sme che vide il Pci contrario) per capire che siamo ad un cambio totale e, per me, in peggio.
L'"europeismo reale", che poi è l'adesione alla "Europa reale" e al funzionalismo, cioè ad una visione tecnicista della UE che però diventa iperideologica dopo l'89 e con l'adesione al capitalismo globalizzato sancita con Mastricht (lo stato minimo funzionale al mercato), non a caso ora sta in maggioranza nella UE con Orban e Berlusconi. Su questo Prodi "ha ragione". Lui governa già con Berlusconi (e Orban) in Europa. D'altronde durante 25 anni di "antiberlusconismo" come "religione" le "convergenze" sul liberismo "europeista" sono state, da Maastricht al fiscal compact, Fornero e Monti, tantissime.
E ora il Mes. Insistenza ossessiva a far sopravvivere l'Fmi europeo e a farci stare l'Italia. Perché l'unica Europa che si pensa è quella reale.
L'"europeismo reale" fa male all'Europa. Dà armi al sovranismo. E infatti "governa" con l'intergovernativismo, perché anche l'"antisovranismo" è come l'antiberlusconismo, qualcosa che cela le convergenze reali.
In realtà ciò che tutti loro vogliono è che non ci sia alternativa. Lo era, alternativo, il Pci eurocomunista e lo hanno sciolto. Lo deve essere una Sinistra Europea contro il "reale".

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