di Leonardo Caponi.

Art 1 MDP ( fuoriusciti dal Pd prima delle elezioni politiche, D’Alema Bersani e company, poi Grasso, per intendersi) di Perugia ha aderito all’invito del Pd del capoluogo a vedersi in funzione di una alleanza per l’ormai vicina competizione comunale. L’hanno fatto con un comunicato dai toni romantici e idilliaci nel quale descrivono un ripensamento del Pd sulle politiche passate (ripensamento visto solo da loro o da chi ha scritto il comunicato) e vagheggiando di una leggiadra nuova coalizione di centro sinistra destinata a portare la città verso un radioso avvenire.
   C’ è da rimanere allibiti. MDP è parte di una coalizione con Sinistra Italiana, con la quale forse fa un partito e che galateo vorrebbe almeno consultata in simili occasioni. E poi allearsi con chi?, con un partito che non ha mai fatto una seria autocritica delle politiche, nazionali e locali che l’hanno portato a cocenti sconfitte elettorali? Il Pd al governo del Comune ha portato un contributo alla cementificazione, alla patologica proliferazione dei centri commerciali che hanno svuotato il centro storico, disarticolato la città, privata di una sua identità, devastato la vita di molte periferie. Ancora oggi, tanto per dirne una, il Pd sostiene, in compagnia della destra, il progetto IKEA, parlando, beffardamente, di rilancio del centro storico.
   Il Pd, a Perugia (se esiste e come esiste ancora), si propone di competere con la destra sul suo stesso terreno (di stampo post liberista) di un presunto modernismo di smart city, come le chiamano oggi, cioè di città che, abbandonate le basi materiali della produzione, campano di commercio, intermediazione finanziaria e immobiliare, esercizi giuridici e di un esercito di professioni del nulla (immateriali) tra le quali, effettivamente, anche alcune eccellenze. Si fanno gli esempi di Torino e Milano, città che sarebbero risorte dopo periodi di crisi. Racconti e immagini truffaldine di nuova attrattività e vitalità, specie per i giovani, fanno ignorare che  queste città hanno pagato un prezzo elevatissimo alla speculazione edilizia e finanziaria, alla precarietà del lavoro giovanile e non hanno per nulla migliorato il reddito e il tenore di vita delle famiglie normali.
   Così deve essere Perugia? Intanto Perugia è un’altra cosa e la sinistra deve saper proporre un nuovo modello di città imperniato sul recupero dell’usato, le sue bellezze storiche artistiche, risocializzando i quartieri, difendendo quel poco di industria che c’ha. Il Pd è un partito capace di fare questo? No, semplicemente perché è su un’altra lunghezza d’onda.
   A Perugia non si respira l’aria di una richiesta di cambiamento. C’è indifferenza in generale e antipatia verso il Pd. Tornerà a vincere Romizi. La sinistra? Lasci perdere il Pd, prepari un nuovo programma aperto e alternativo e cerchi di preparare il futuro.

Condividi