di Vito Nocera.

Davvero mi pare che siamo a un passaggio tormentato e difficile della storia del Paese.

Indugiare sulla fragilita' e inadeguatezza del confronto elettorale e' ormai perfino un esercizio banale. E i fatti di Macerata non aiutano certo.

Il Capo dello Stato ha detto che l'Italia ha bisogno di sentirsi comunita' perche' senza il senso di comunita' egoismi e intolleranze possono portare alla violenza.
Ha ragione , se si perde ogni ulteriore connessione, un legame " dentro" il Paese e tra il Paese e le istituzioni, tutte, una comunita', qualsiasi comunita', e' vicina alla fine.

A questo rischio siamo terribilmente vicini.
Anche quando il Paese era socialmente piu' complesso, con le sue forme di intermediazione organizzata e i suoi corpi sociali intermedi, l'Italia non e' mai stata priva di una sua fantasia, l'idea di ognuno in fondo di poter fare da se'.

Ma era un costume italiano in realta' anche a tratti ammirato.

Ora - come ha osservato Cacciari - l'individualismo tradizionale si e' fatto identitario e prepotente.

E ognuno , dal basso e dall'alto, esalta all'inverosimile le proprie ,pur sempre parziali, ragioni.

Anzi piu' c'e' debolezza di idee piu' vengono illustrate come fossero il Verbo.

Non e' solo una condizione italiana, questo " spirito del tempo " sta rovinando sulle stesse membra disfatte dello spazio europeo.

Cause strutturali hanno agevolato e agevolano questo processo di smembramento civile.

Un passaggio d'epoca tanto intenso che cambia in profondita' i connotati del globo .

Germogliano insieme nuove speranze e inedite sofferenze e paure. Alle une e alle altre la funzione della politica e' quella di dare risposte.

Comprendendo e studiando i problemi, confrontandosi perche' ragionando l'interlocutore diverso da te ti aiuta a capire meglio.

E cosi' governare ,valorizzandoli, i conflitti, dare ad essi sbocchi, respiro , regole democratiche se necessario anche nuove.

Diversamente possiamo ( e dobbiamo ) allarmarci per forme rinascenti di fascismo e razzismo ( pericolosissime entrambe perche' in un clima di malintesa rivalsa sociale estranea a una piu' intellettualmente complessa coscienza di classe ).

Ma se parte del Paese se ne fa portatrice smarrita e' in questa Italia profonda che dobbiamo contrastarne l'insidia.

Rifondare, federare, formare una Societa' e ' ora un imperativo essenziale per tutti.

Conferendo allo spazio sociale nuove speranze di equita' e per questa via alle istituzioni la legittimazione democratica che oggi manca.

Interessi e idee differenti devono certo continuare - e piaccia o no continueranno - a competere in forme anche aspre, ma senza una sterzata piu' matura di tutti, senza assumere ognuno una visione piu' ampia della propria funzione di parte, il destino democratico del Paese ( e perfino dell'Europa ) appare irrimediabilmente segnato.

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