da "La classe operaia va in paradiso".

Il 16 settembre 1976, a La Plata, cittadina vicino a Buenos Aires, la polizia del regime dello spietato Jorge Videla, durante la notte con l’operazione chiamata “La notte delle matite”, trae in arresto 234 liceali, fra i 16 e i 18 anni.
La loro colpa?
Aver protestato contro l’abolizione del Boleto Escolar Secundario, la tessera che garantiva uno sconto sui trasporti ed i libri.
L’accusa a loro rivolta? “Attività atee e sovversive”.

La vita di 233 studenti fu cancellata. Solo uno si salvò: Pablo Dìaz, che ha potuto testimoniare ciò che il regime Videla fece a quei ragazzi.
Trasferiti nel tristemente noto centro di detenzione Banfild, furono torturati e seviziati per settimane. Lasciati morire di fame e freddo, bendati per non vedere la luce, sottoposti a scosse elettriche, pestaggi e stupri.
Nessuno si salvò a parte Pablo, che aveva solo 18 anni.
Pochi pagarono dopo la caduta del regime.
Si calcola che i desaparecidos argentini furono circa 30.000, un’intera generazione annientata da uno dei regimi più spietati di sempre.

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