I dati negativi della qualità dell'aria rilevati in questi giorni, e l'elevato numero di ore perse nel traffico (con tutte le conseguenze connesse) dovrebbero favorire un ripensamento delle politiche per la mobilità. Le nostre città sono, in molti casi, sempre più strangolate dalle auto, che sono sempre più grandi ed energivore, e provocano 11% di tutte le emissioni climalteranti.

In altri contesti vengo messe in campo strategie per trovare una soluzione positiva. Ada Colau, la sindaca di Barcellona, sta portando avanti una intensa battaglia per rendere la capitale catalana ecologicamente sostenibile. Il 1 gennaio, infatti, è stata istituita la Zbe (la zona a basse emissioni): sono esclusi i veicoli più inquinanti da circa 100 chilometri quadrati tra la città e 4 comuni limitrofi. Sono, inoltre, previste tariffe dei mezzi pubblici più basse per chi li utilizza frequentemente, e un abbonamento di tre anni per chi vende la propria automobile senza acquistarne una nuova.
A Parigi si sta progettando la pedonalizzazione delle strade nei pressi di 300 scuole.
In Cina a partire dal 2014 ha preso avvio la guerra all'inquinamento.
A Londra sono previste tasse elevate per i veicoli inquinanti che accedono al centro.

Si dovrebbe, nella nostra regione, procedere a mettere in campo un modello intermodale di spostamento rapido, efficiente e di tutela dell'ambiente, che investa in opere di mobilità urbana, locale e regionale. Per giungere così a una nuova gerarchia della mobilità (con un uso limitato delle auto) con un ripensamento degli spazi pubblici e dei centri abitati. L'Umbria infatti, grazie alle sue caratteristiche, è ottimale per sperimentare un piano innovativo della mobilità, attraverso la nuova definizione dello spostamento casa-lavoro, casa-scuola e necessità turistiche.
Perciò, non si dovrebbe parlare di tagli, ma di ampliare l'offerta e migliore il servizio del TPL (Trasporto Pubblico Locale) e ampliare il servizio informativo. Sarebbe necessario, inoltre, realizzare un nuovo sistema di tariffazione agevolata per i pendolari e per le fasce più deboli dei cittadini.  Infine, si dovrebbe promuovere la mobilità alternativa in tutte le sue forme, attraverso la riqualificazione e il recupero di tracciati, infrastrutture e nuovi percorsi. La realizzazione delle infrastrutture deve avere al centro la salvaguardia del territorio.

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