Il Pd nazionale, e dell’Umbria in particolare, è diventato un ectoplasma acefalo incapace di fare un ragionamento poco poco razionale, travolto da bande eufemisticamente chiamate anche correnti che nello scontro per il potere affossano qualsiasi possibilità di affermare buona e onesta politica e di ricostruire le condizioni per sconfiggere la destra e il salvinismo. Con un ragionamento protocomunista come fosse il Presidente di una grande potenza aderente alla terza internazionale, Zingaretti continua come un disco rotto a chiedere elezioni anticipate immediate. La stessa proposta di fatto di Salvini. Ma che senso ha se il risultato di elezioni a ottobre sarebbe quello della inevitabile vittoria di una destra già oggi oltre il 40% senza Forza Italia, di un Salvini che conquisterebbe la Presidenza del Consiglio e di un Presidente della Repubblica che, tra due anni, sarebbe personalmente scelto da Salvini e direttamente eletto dalla Lega. La perdita dunque non solo del governo, ma anche dell’ultimo e supremo organo di garanzia costituzionale. Un capolavoro al quale si aggiungerebbe quasi sicuramente l’ulteriore, ultima e definitiva, scissione “da destra” di Renzi. 
In Umbria la degenerazione della tragedia in farsa è ancora più evidente. Siamo al livello della decomposizione dei cervelli oltre che delle istituzioni. Un mese fa il Consiglio Regionale ha votato ( sinistra e destra unite) di non discutere i risultati della commissione antimafia perché l’istituzione è di fatto decaduta e sopravvive solo per l’ordinaria amministrazione. Ma poi oggi discute e vota ( sinistra e destra unite) il piano faunistico regionale per soddisfare le sconce richieste delle lobbies venatorie più aggressive e minoritarie. Che coerenza morale e che rispetto istituzionale !! L’anticipazione delle elezioni, voluta da Paparelli e dalla giunta regionale, sono in tutta evidenza un regalo straordinario ad una destra forte che non ne aveva bisogno e un colpo definitivo a qualsiasi possibilità della sinistra di costruire una coalizione larga in grado quantomeno di competere. Paparelli, è cosa nota, non è un genio, ma quattro conti li sa fare, fin da quando lasciò l’irrilevante Psdi per transitare nel più sostanzioso PDS. Chi ha avanzato e votato questa proposta in Consiglio Regionale, per fugare qualsiasi dubbio sull’onestà della stessa, avrebbe dovuto preventivamente affermare : “approviamo l’atto per rispetto delle istituzioni, non per noi stessi, e men che meno per contrattare una nostra candidatura. Per questo nessuno di noi sarà tra i candidati alle prossime regionali”. Data la situazione mi si risponderà che la mia è una proposta fantasiosa e ridicola. Sono d’accordo, se il perimetro della iniziativa resta inchiodato al passato e agli interessi personali e di potere delle vecchie tribù del consociativismo lottizzatorio. Ma invece quale sarebbe la proposta realistica e geniale, quella di scegliere un candidato a Roma, di ricandidare quella che apparirebbe come la banda dei 4 (Paparelli, Porzi, Guasticchi, Leonelli) di una Umbria ormai estinta e di riproporre il continuismo amministrativo e istituzionale come base politica per sconfiggere quella lega e quella destra? Siamo al delirio. Il civismo progressista, democratico, ambientalista, solidale, quello delle varie esperienze laiche e cattoliche, oggi ha una responsabilità, pur nella difficile situazione dell’Umbria. La partita è troppo importante, questa destra è troppo fascista e questa sinistra d’apparato è troppo stupida e corrotta. Quelle persone e quelle esperienze civico – progressiste – ambientaliste ci devono essere, per offrire quantomeno una speranza e dare la possibilità a tanti di votare avendo ancora come priorità il lavoro, l’onestà e la solidarietà tra le persone e con la natura.
Luciano NERI

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