C'è una "questione italiana" che riguarda la sinistra politica, e che segna un'anomalia negativa a livello europeo. L’Italia, che pure tanto ha dato alla storia del movimento operaio in termini sia di lotte che di elaborazione teorica nei decenni passati, oggi è l’unico Paese d’Europa dove non c’è una forza della sinistra in grado di esprimere una rappresentanza adeguata ad ogni livello e di contare nella politica nazionale. È il risultato anche dei nostri fallimenti politici ed organizzativi, c’è poco da fare. Le ultime elezioni europee hanno certificato impietosamente questo stato di fatto. E la situazione in questi mesi non è cambiata.

Noi non abbiamo mai considerato il governo Conte 2 un governo “di cambiamento”, né tanto meno “costituente”. Ma ne abbiamo considerato la nascita un argine necessario ai propositi di Salvini che si era spinto a chiedere per sé “pieni poteri”, senza pregiudizi sulla sua capacità di mettere in sicurezza la Costituzione approntando una legge elettorale proporzionale senza sbarramento e di dare qualche segnale di discontinuità su alcuni capitoli maggiormente spinosi e sensibili, come i Decreti sicurezza e la politica economica.

Ma la discontinuità non avrebbe potuto che essere il risultato di processi profondi di cambiamento degli stessi soggetti del nuovo accordo di governo.

Così non è stato: il suo debutto è stato subito macchiato dal taglio del numero dei parlamentari, contro il quale siamo impegnati da subito nel sostegno al NO nel prossimo referendum costituzionale. Anche l’inizio della discussione sulla legge elettorale proporzionale rischia di essere contraddetta dalle soglie di sbarramento e dal permanere dei listini bloccati. Ancora sono in vigore i devastanti Decreti sicurezza, ancora si sta perseverando sul terreno dell’autonomia differenziata, mentre sul piano internazionale, come dimostra il caso libico, si mostra una grave debolezza.

Nondimeno, in questi mesi le piazze hanno mostrato una straordinaria vitalità, si sono riempite di giovani che “pretendono” la salvezza del pianeta, di donne che “reclamano” la loro libertà, di lavoratori e lavoratrici che “rivendicano” i loro diritti, di cittadini che “chiedono” semplicemente una buona politica.

Interrogarsi su come mai sia e sia stato così difficile rispondere a queste piazze e a questa rinnovata voglia di politica può essere un buon inizio per un lavoro, certamente difficile e non breve, volto a colmare il vuoto che si è venuto a creare per l’assenza di una sinistra politica in Italia.

E proprio da questo interrogativo intende partire l’associazione “Per la Sinistra, per un’altra Europa”, costituita per iniziativa di un gruppo di militanti della sinistra che hanno contribuito a dar vita all’esperienza di Altra Europa con Tsipras, dopo che nello scorso autunno è venuta a conclusione quella esperienza politica.

Il debutto dell’associazione è previsto a Roma per il prossimo 7 febbraio. Sarà l’occasione per un confronto con rappresentanti dei movimenti – dalle “sardine” al movimento per il clima ed i diritti sociali, passando per quello delle donne e Lgbt - che hanno occupato le piazze italiane nell’ultimo periodo e con interlocutori che si pongono il tema della voglia di politica di queste piazze.

L’associazione non è stata costituita per finalità elettorali momentanee, ma dalla convinzione della necessità di un luogo e un lavoro per contribuire alla comune riflessione, all’incontro e al confronto di tutte e di tutti quelli che vogliono cambiare le cose, per contribuire alla costruzione di una soggettività politica nuova ed organizzata.

Un nuovo ed autonomo soggetto politico della sinistra italiana con un respiro fortemente europeo, in un quadro di relazioni con il Partito della Sinistra Europea e le principali forze d’alternativa, capace di avanzare idee nuove e rilanciare le lotte per un’alternativa di società, per il superamento del modello economico dominate che produce disuguaglianze e riproduce intollerabili forme di sfruttamento e di alienazione del lavoro, che distrugge l’ambiente che ci circonda.

Siamo d’accordo con lo stimolo sferzante di Norma Rangeri, quando dalle colonne del Manifesto ricorda che “nel mondo donne e uomini sono in campo con movimenti di grande impatto, novità e visibilità” e, soprattutto, sottolinea che “non esiste un destino cinico e baro che obblighi la sinistra in Italia a sopravvivere all’insignificanza impedendole di tornare a vivere e a contare”. È una constatazione vera ed un’esortazione che vogliamo raccogliere.

Vogliamo farlo continuando a lavorare sulla dimensione europea organizzando incontri e confronti con personalità ed intellettuali gravitanti intorno al variegato mondo della sinistra del Continente, a partire da una serie di confronti sull’esperienza del governo di Syriza in Grecia, che vedranno l’avvio il prossimo 14 febbraio a Milano con la presenza dell’ex ministro delle finanze ellenico Euclid Tsakalotos.

Al tema della soggettività politica (perché necessaria, come farla, come dovrebbe funzionare) sarà dedicato, invece, un lungo percorso di confronto, approfondimento e ricerca che avvieremo in una giornata di lavoro a metà marzo. Lo consideriamo la nostra principale finalità.

Giulia Rodano e Massimo Torelli
Associazione “Per la Sinistra, per un’altra Europa”

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