Il valore della Pace è un valore universale, assoluto; condiviso da culture politiche, sociali e religiosi diverse per natura e per obiettivi fra di loro.

Complementare ad esso è il principio della “non violenza”.

Aldo Capitini, storico intellettuale perugino ed ideatore della Marcia della Pace Perugia – Assisi, era anche un convinto sostenitore della non violenza e attraverso questa cultura portava avanti le sue battaglie per rivendicare Pace, Giustizia, Libertà e l’allargamento degli spazi della democrazia e della partecipazione

Il tema della Pace è affrontato, in modo chiaro, dalla nostra carta Costituzionale soprattutto nella prima parte della Legge fondamentale

Credo che non esista Pace in nessuna società se non vengano riconosciuti “i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità…” (art. 2) e dove si nega allo straniero il “diritto d’asilo nel territorio della repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge” (art. 10)

E non possa esistere vera Pace se non vengono creati i presupposti perché questi diritti siano realmente espressi, se non si persegue l’obiettivo dell’uguaglianza fra i cittadini, se lo Stato non “rimuove gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese” (art.3). Se l’Italia continua a partecipare con il proprio esercito ai vari conflitti che esplodono nelle varie regioni del mondo: “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali…” (art. 11)

Possiamo dire, senza essere smentiti, che la nostra è una società dove il valore della Pace, così solennemente proclamato dalla Costituzione, è palesemente contraddetto.

I diritti sono spesso negati e le cause che impediscono ad un qualsiasi cittadino di emanciparsi socialmente ed economicamente non vengono rimosse; la partecipazione alle gestione della cosa pubblica è limitata al solo esercizio del voto; gli stranieri vengono visti come invasori; molti giovani sono costretti ad emigrare all’estero, come fecero molti dei loro nonni, per progettare un proprio futuro che non sia segnato da una frustrante precarietà; ampi settori della sanità vengono privatizzati, visite mediche ed esami clinici si possono richiedere solo dietro pagamento di esosi ticket; la scuola in Italia ha fatto dei regressi sia da un punto di vista di preparazione culturale (le relative responsabilità non sono da attribuire al corpo docente, ma a cervellotiche riforme come la cosiddetta “buna scuola”) che da quello logistico.

Sono, quindi, i valori della democrazia e dell’uguaglianza che vengono disconosciuti. Il progresso economico e sociale non è collettivo, ma di classe.

In questi ultimi venti anni, come ebbe modo di dire e scrivere l’economista Luciano Gallino, abbiamo assistito ad una lotta di classe al contrario dove le classi più ricche hanno stravinto su quelle più povere. Il capitale ha vinto sul movimento operaio in Italia e nel mondo, e da questa sconfitta storica, che ha di fatto sepolto ogni testimonianza che si rifaceva ad una minima idea di equo progresso sociale, resta solo cenere.

Ben venga la Marcia della Pace, che della non violenza fa un suo punto fermo ed inamovibile, ma in un modo pacifico, ripudiando ogni forma di violenza, non può non richiamarsi che ai principi della Costituzione rivendicando quei diritti che possono creare le condizioni per far nascere una società coesa, sicura e pacificata, nel segno della democrazia e dell’uguaglianza.

Umbrialeft aderirà alla marcia con i propri rappresentanti convinta che dalle fondamenta della nostra Repubblica, fortemente presenti nell’azione politica di Aldo Capitini, si possa trovare la forza per progettare una società alternativa contraddistinta dalla solidarietà.

“Da ognuno secondo le sue capacità a ognuno secondo i propri bisogni” Carlo Marx

Associazione culturale Umbrialeft
Attilio Gambacorta

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