di Roberto Musacchio.

Leggo "posizioni" anche "autorevoli" che parlano di "cacciare" Polonia e Ungheria dall'Europa. Francamente trovo queste posizioni irricevibili ed anche frutto di falsa coscienza.
Due premesse.
Polonia e Ungheria sono storicamente in Europa.
Le "colpe" dei governi non possono ricadere sui popoli.
Ma poi chi ha fatto della caduta del muro l'occasione di una drastica sterzata a destra dell'Europa, parlando di vittoria definitiva del capitalismo sul "comunismo", sancendo tutto questo con il trattato iperideologico di Maastricht?
Chi ha posto ai Paesi dell'Est che entravano nella UE clausole draconiane di feroci svolte liberiste piene di privatizzazioni che hanno anche aiutato gli appetiti espansionistici dell'Ovest? Addirittura i dati demografici di questi Paesi sono in deficit come dopo una guerra. Tutto questo ha certo alimentato le forze populiste.
Ma dove sono collocate queste forze populiste? Orban sta nel partito popolare e i partiti di governo di Polonia e Ungheria hanno votato per Ursula Von der Leyen presidente.
Con i rappresentanti dei governi di Polonia e Ungheria molti "europeisti", compreso qualcuno che oggi ne chiede la cacciata, hanno votato insieme tanta austerità e anche la risoluzione che equipara nazismo e comunismo.
La realtà è che la UE liberista non è l'Europa che servirebbe. Che divide come già successo con la Gran Bretagna (altro Paese che per alcuni andava cacciato).
La realtà è che liberismo, populismo e secessionismo sono i tre lati del triangolo della UE liberista.
L'errore non è l'Europa larga ma la UE liberista.
Dobbiamo cacciare liberismo, populismo e secessionismo non i Paesi e i Popoli.

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