di Giuliana Commisso e Giordano Sivini - Comune-info

Cultura imprenditoriale, personalizzazione dei percorsi, enfasi sull’auto-attivazione nel lavoro sono al centro del disegno di legge sul reddito di cittadinanza del M5S e sono parte integrante di un ordine del discorso che mira a far interiorizzare la normalità della precarietà lavorativa. Per questo, secondo gli autori del libro Reddito di cittadinanza: emancipazione dal lavoro o lavoro coatto? quel disegno va conosciuto, discusso e contestato.

Il Reddito di cittadinanza è, nelle enunciazioni, una misura volta a dare dignità a milioni di persone, che il M5S ha posto all’ordine del giorno. Ma gli strumenti previsti dal suo disegno di legge sono contestabili: dall’obbligo per i beneficiari di documentare una ricerca attiva di lavoro non inferiore a due ore giornaliere, a quello di accettare qualsiasi lavoro se dopo un anno non hanno trovato un’occupazione.

Dignità lesa e sconquasso del mercato del lavoro. È già successo. In Gran Bretagna i poveri sono costretti al lavoro coatto gratuito, altrimenti perdono il sussidio; in Germania devono accettare, per lavori che vengono loro imposti, salari miserevoli a cui viene aggiunto il sussidio. Un capitolo del libro Reddito di cittadinanza: emancipazione dal lavoro o lavoro coatto? (Asterios, giugno 2017) analizza ciascuna di queste due situazioni, perché alle loro normative hanno fatto riferimento gli estensori della proposta del M5S.

L’obiettivo del libro è di indurre coloro che valutano positivamente il messaggio del M5S a rendersi conto delle contraddizioni edella pericolosità insite nel disegno di legge, e, altresì, a sollecitare il M5S e la sinistra dormiente ad operare in maniera diversa in questo spazio politico. A fronte di un aumento, anno dopo anno, della povertà, si stanno diffondendo le iniziative per imporre un intervento: “Mille piazze per il reddito di dignità” contesta esplicitamente in campo cattolico l’acquiescenza al governo dell’Alleanza contro la povertà che riunisce ACLI e sindacati confederali; Eurostop preme per un Reddito Sociale Minimo per disoccupati e precari per garantire una condizione di vita dignitosa per tutti. Si tratta di individuare strade alternative a quella indicata in via esclusiva dal Movimento Cinque Stelle, capaci di valorizzare – pur con una attenzione prevalente al lavoro – la molteplicità di percorsi di vita nell’uscita dalle condizioni di povertà relativa. L’articolazione del disegno di legge del M5S va perciò conosciuta, discussa e contestata.

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