di Elio Clero Bertoldi.

PERUGIA - Sant’Ercolano, da oggi, avrà il suo dolce distintivo. San Costanzo vanta il torcolo? Bene: il “defensor civitatis” avrà la cialda. Il “prototipo” é stato assaggiato, qualche ora fa dai soci di Radici di Pietra e verrà presentato, ufficialmente, nel giorno della festa del santo, il 7 novembre (le celebrazioni, comunque, verranno concentrate nella domenica successiva, l’11). Il dolce é stato illustrato dal presidente dell’associazione Michele Bilancia e da Luciana Radi. “Si tratta di una cialda - ha spiegato quest’ultima - i cui ingredienti sono l’acqua, la farina di grano 00, latte, olio di semi, aroma di anice, semi di anice e zuccheri”.
Conservato in luogo fresco e asciutto, il dolcetto può essere consumato entro tre mesi. Le prime “Cialde di Sant’Ercolano”, già brevettate, sono state prodotte in un forno di Foligno. Il disegno dello strumento di ferro che serve per produrre il dolce - che porta su un lato la figura del santo, dall’altro lo stemma di Radici di Pietra - é opera di Luciano Tittarelli, vice direttore dell’Accademia "Pietro Vannucci”.
Ma le novità che riguardano il santo compatrono di Perugia (con Lorenzo, Costanzo e Lodovico di Tolosa, anche se quest’ultimo é meno conosciuto) non finiscono qui. É stata inoltrata, infatti, al cardinale Gualtiero Bassetti la richiesta di far riconoscere il santo perugino, che difese strenuamente la città dall’assalto dei Goti di Totila, quale patrono delle “città murate d’Europa”. Se la pratica avrà un esito favorevole, Sant’Ercolano diverrà, in pratica, patrono della stragrande maggioranza delle città europee: dal Portogallo alla Danimarca, dalla Spagna alla Polonia, dalla Romania al Regno Unito, dalla Germania ala Grecia, dalla Francia alla Cecoslovacchia, dall’Italia all’Ungheria.
La figura di Ercolano é legata, infatti, non solo alla sua santità, ai suoi sermoni, alla sua vita di preghiere, ma soprattutto al fatto che difese strenuamente Perugia con le armi dal lungo e stringente assedio dei Goti. Caduta la città per fame, Totila (o forse uno dei suoi luogotenenti) uccise il vescovo (scorticato vivo e poi decapitato; correva l’anno 549), che venne sepolto accanto a Porta Cornea, dove più tardi sorse la bella ed originale chiesa che porta il suo nome. Le reliquie del santo sono deposte all’interno di un sarcofago romano della fine del III secolo ai cui spigoli figurano due leoni che sbranano altrettanti cavalli.
 

Immagine: Sant’Ercolano, defensor civitatis

 

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