Le indagini, in alcune regioni e comuni, evidenziano che nel nostro Paese la corruzione, le tangenti, l’arricchimento personale, le collusioni con la criminalità mafiosa, sono tuttora fattori costanti e inquinanti della politica e della democrazia.
Noi riteniamo che il gruppo PD, al Consiglio Regionale dell’Umbria, abbia preso, respingendo le dimissioni della Presidente, una decisione sbagliata e contro il sentire di un’ intera comunità. Contestualmente valutiamo che la Presidente abbia commesso un errore a votare contro la sua precedente decisione. Ora le dimissioni definitive sono state confermate.
Comunque lo spettacolo di questo PD, sia nazionale che locale, in balia di correnti, di gruppi di pressione e di interessi contrapposti, che l’elezione del novo segretario non ha minimamente risolto e forse solo silenziato, è stato veramente penoso. La linea politica complessiva di questo partito è ancora quella del periodo renziano, con le stesse persone e la presunzione di sempre.
Noi per le votazioni Europee proponiamo un’alternativa riformatrice vera: votare per la lista ‘La Sinistra’.
La legislatura regionale è finita, ma giudichiamo fallimentari le scelte politiche, economiche, sociali e del lavoro di questo PD.
Dobbiamo però, anche, ricordare i periodi in cui le giunte di centro sinistra, sia nel comune di Perugia che in regione, hanno raggiunto grandi risultati politici. Ora quella spinta innovativa e costruttiva che ha fatto dell’Umbria un territorio all'avanguardia e laboratorio nazionale, si è interrotta, tutto a favore di gruppi di potere, dominata da apparati burocratici e di scelte non partecipate, che hanno appesantito l’azione del governo regionale.
La sanità in Umbria è tuttora all'avanguardia rispetto a tante altre regioni italiane, ma bisogna toglierla dai condizionamenti e dalla gestione politica, e rimetterla al passo con i bisogni della gente: eliminazione delle liste di attesa, miglior funzionamento dei laboratori e degli sudi medici, assunzione di personale qualificato, medico e infermieristico, gestione degli acquisti e delle risorse finanziarie, controllo sull'efficienza delle varie strutture ospedaliere nel loro complesso.
In questo anche un’autonoma e forte azione del sindacato può imprimere una spinta al rinnovamento, alla contrattazione, alla professionalità e all'efficienza del personale, alla trasparenza amministrativa.
E’ indispensabile, ormai mettere la Sanità sotto il controllo degli strumenti di partecipazione e di democrazia.
Anche altri settori della nostra economia regionale, in questi ultimi tempi, hanno risentito notevolmente della crisi e prodotto meno ricchezza, una diminuzione di lavoratori attivi, una fuga di giovani cervelli all’estero, un calo di popolazione. Un impoverimento complessivo che ha retrocesso l’Umbria portandola dietro altre regioni tradizionalmente più arretrate.
Senza questo rinnovamento la Regione sarà, inevitabilmente, gestita da forze politiche di scarse basi democratiche, settarie e antisociali.
Non possiamo stare silenti di fronte alle sconsiderate prese di posizioni di molte persone che, con un linguaggio impresentabile, hanno scritto insulti, auguri di morte e le peggiori malattie nei confronti della Presidente della Giunta regionale.
Questo significativa dare sfogo ai peggiori istinti dell’essere umano, un abisso infinito senza intelligenza ed umanità: il confronto può essere anche duro nelle posizioni politiche, ma civile e rispettoso, come nel passato ci hanno dimostrato due antagonisti storici Berlinguer ed Almirante.
Noi riteniamo preoccupante questo clima di intolleranza, di odio, di faziosità, di esaltazione di concetti antidemocratici, superati dalla storia, che serpeggia nelle nostre regioni e città Italiane. E’ interesse di tutti, sopratutto per i giovani, ripristinare un clima di serenità e di civile confronto.
Un compito importante lo dovrebbero svolgere la stampa e la televisione. Oggi, purtroppo, molte trasmissioni sono un diverbio continuo, un’accozzaglia di idee e di dichiarazioni che creano rancore e confusione, mentre parte della stampa si comporta da controparte politica. Basta guardare alcune realtà locali.
Nel medio periodo, questo modo di fare politica, porterà, inevitabilmente, ad una maggior sfiducia nelle Istituzioni, nella politica, nella democrazia e negli strumenti di partecipazione e di confronto. Questo andrebbe collettivamente evitato, per non far regredire la nostra libertà e civiltà, conquistata a caro prezzo, e restare al passo con i grandi Paesi democratici europei.
La Sinistra per L’Umbria sarà, fin da ora, in campo per contribuire alla formazione di uno schieramento di Sinistra, fortemente alternativo alla destra e al PD, per un ‘Nuovo progetto per l’Umbria, per una nuova politica, per una nuova Regione.

Giuseppe Mattioli
La Sinistra per L’Umbria

 

 

 

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