Di Ciuenlai - Nel clima di rottura di ieri, fanno “scompisciare” dal ridere i richiami fatti da tutti sulla necessità di unità del Pd. Sull'unità come valore assoluto. Non tanto e non solo perchè la scissione sembra alle porte, ma perchè non è l'unità ma la divisione “il valore” principale in campo. Mi domando, infatti; questi, maggioranza o minoranza che siano, il loro partito lo conoscono? E soprattutto sanno come è messo sul territorio, dove è scissione continua perchè dominano decine di gruppi, non tutti collegati alle principali correnti, che si muovono, autonomamente “l'un contro l'altro armato”, dal più piccolo paese alle grandi città. Gruppi che , se ne infischiano del collettivo e fanno solo i loro interessi. Basta fare un quadro analitico, zona per zona, del Pd umbro per capire questo caos strutturale in cui versa questa organizzazione, altro che scissione è balcanizzazione allo stao puro. Ma prima di iniziare a descrivere la mappa, vediamo chi potrebbe uscire . L'elenco non è lunghissimo: Gli ex sindaci di Umbertide e Castello Rosi e Orfini, il “castellano” Fancelli, Sollevanti e Turcheria da Lisciano Niccone, i fedeli dell'ex Assessore Regionale Riommi a Foligno, Forse l'ex sindaco di Spoleto Brunini, i perugini Mignini (ex assessore provinciale), Locchi (già sindaco di Perugia), Bottini (già segretario regionale del Pd), il Consigliere Regionale Solinas, qualche esponente minore del lago Trasimeno tra i quali l'ex Presidente della Comunità Montana Bianchi. Vicina al Governatore toscano Rossi veniva data anche l'ex Presidente del Consiglio Provinciale di Perugia ed ex sindaco di Sansepolcro Daniela Frullani, ma le sue profonde convinzioni “veltroniane” non inducono a pensare ad una sua uscita dal Pd. Nel ternano non ci notizie di secessioni. Però, prima o poi, qualcuno che non trova più casa e sponda nel pd , tenterà l'avventura con la nuova formazione. Per il momento non si fanno nomi, ma si guarda all'area “nemica” del Vicepresidente della Giunta Regionale Paparelli. Infine la nuova formazione potrebbe trovare sponda tra i numerosi gruppi già scissi nelle varie aree della regione e presenti a macchia di leopardo in tutti i comprensori (Stirati a Gubbio, Duca al Lago, Bucci a Castello, Codovini a Umbertide ecc.) . Un'avvertenza. Questi però sono tutti scissionisti “sulla carta”, perchè diversi di loro si sono già riparati sotto l'innocuo albero dei “sinistri che restano” come Cuperlo, garantendosi “la scusa” per la permanenza nel Pd . Poche, se non inesistenti le immediate ripercussioni sulle istituzioni. Riguardano soprattutto la Regione e il Comune di Foligno. A Palazzo Cesaroni bisognerà vedere che scelta farà Solinas e nel “centro de lu munnu” il gruppo di consiglieri legati a Riommi. Punto! E vai coi territori!

Alta Umbria – Tra Città di Castello e Umbertide i democratici si dividono così : L'On. Anna Ascani fa parte del Giglio magico e quindi è ora renzianissima. Ora perchè prima era Lettianissima; prima che Enrico “stesse sereno”. Locchi, il sindaco di Umbertide, è considerato un “renziano sciolto”. Verini è Veltroniano e quindi sta con Renzi ma anche no. L'On. Giulietti rimane fedelissimo a Orfini come l'assessore regionale Fernanda Cecchini, anche se un suo sedicente amico mi sussurra “ intanto leva l'issimo”. Rimane il fedele “per quello ripassa la prossima settimana!”. Gubbio – Il Pd. E chi l'ha visto! Stirati sta alla finestra aspettando che passi un Godot qualsiasi (magari il nuovo soggetto della minoranza). Gli altri si azzannano per il niente che gli è rimasto. A Gualdo Tadino comanda , con non poche difficoltà, il sindaco Presciutti , dato in quota Bocci.

Perugino – Il capoluogo non ha più da tempo un suo autorevole gruppo dirigente. I pretendenti al trono vivono, quasi tutti, di luce riflessa. I maggiori capicorrente hanno fatto “acquisti” nel capoluogo. Il gruppo Consiliare è diviso tra Bocci e la Governatrice. Il segretario Giacopetti è dato in quota Leonelli -Marini , Cernicchi, con il suo gruppo ha stretto un patto con Bocci. Guasticchi continua a giocare per conto suo. Nei dintorni Corciano è dominato dagli uomini (il sindaco Betti) e le donne (l'on. Ginetti) vicini all'industriale Cucinelli e quindi da Renzi, Torgiano è pieno di veleni come in quel di Bastia, governato da 10 anni dalle destre e nel quale i padrini alla Brozzi hanno ancora una grande influenza. Infine i sindaci di Todi e di Marsciano sono vicini alla Marini. Ma i problemi non mancano. A Todi si vota a primavera e i timori di perderlo sono tanti. A Marsciano è già successo. il Pd è diventato il secondo partito alle scorse regionali.

Trasimeno – Il sindaco di Castiglion del Lago Batino fa il renziano senza patria. Si tiene infatti buoni Leonelli, Bocci e la Governatrice e tutte le anime che appoggiano il fiorentino. Obiettivo essere il candidato unico del Trasimeno alle prossime regionali e ottenere quei mille, duemila voti fuori zona necessari alla sua elezione a palazzo Cesaroni. Intanto sponsorizza, per la sua successione in Comune, Burico. “lui sarà in corsa certamente – dice un iscritto di Castiglione – se non ce la farà col Pd è pronta una sua lista civica, sul modello di quella di Duca”. Il resto dei renziani, spinti anche dall'ex Dc Puggioni, punterebbe invece sull'ex segretario comprensoriale Torrini. Il rischio di una gara a tre nel Pd è altissima. Non sarebbe una novità. In quest'area le scissioni ci sono già state ed esponenti come Duca di Castiglione e Fanfano di Città della Pieve agiscono da anni fuori dal partito con discreti risultati. Nell'altra sponda del lago l'unico luogo tranquillo sembra essere Magione dove il gruppo dirigente si è cementato attorno al giovane sindaco Chiodini, che come, Batino fa il renziano senza patria. A Passignano sarebbe pronta la candidatura di Pasquini con una lista unitaria supportata anche dall'ex sindaco del centrodestra Bellaveglia. Insomma il modello Assisi sarebbe giunto anche qui. Infine a Tuoro il primo cittadino Bocerani ha rotto con la Vice Dilli e la successione è tutta un programma.

Foligno - Anche questa città è finita nella mani del Sottosegretario agli interni e del suo fidato assessore regionale alla Sanità Barberini. Il sindaco Mismetti si adegua, pur tenendo buoni rapporti con i giovani turchi della Marini. Poi c'è l'ala dalemiana che fa capo a Rita Zampolini e a Svedo Piccioni. Area critica , ma, da quello che sembra poco incline alle scissioni. Cuperlo è l'esponente romano di riferimento.

Spoleto - Non è facile collocare i vari personaggi della costellazione piddina della valle umbra sud perché su tutti incomberebbe la presenza di Bocci. Come noto c'è stato un congresso, che alcuni definiscono “farsa” dove gli ex-margherita e gli ex-ds hanno di nuovo stretto un un patto di maggioranza. Gli ex ds hanno accettato di eleggere presidente dell'assemblea comunale Silvestro Campana, appena iscritto al Pd, già iscritto a Forza Italia e poi all'Udc, fedelissimo amico di Sergio Grifoni storico avversario della sinistra nella città dei due mondi e adesso, anche lui, iscritto al Pd “con il mandato di Bocci di rimettere in sesto il partito spoletino”. Il risultato del congresso viene dunque definito “sconcertante” “perchè senza alcun tipo di confronto democratico è stato eletto segretario lo sconosciuto Claudio Montini (bocciano). Insomma Bocci ha piazzato segretario e presidente dell'assemblea. Questa è considerata la prima puntata perché a Spoleto la situazione si aggrava e rischia di arrivare alle carte bollate

Terni – Di Terni avevamo parlato nell'articolo precedente ( http://www.umbrialeft.it/notizie/pd-umbro-%E2%80%93-%E2%80%9Cvoglie%E2%8...) repetita juvant. Gli assessori al Comune di Terni Bucari e Giacchetti , avrebbero rinunciato alla “protezione “ del Sen. Rossi e potrebbero ripararsi sotto l'ombrello dell'ex “Saragattiano” Paparelli, Vicepresidente della Giunta Regionale e oggi “renziano non ortodosso”. Non ortodosso perchè non direttamente legato al carro del segretario, ma a quello degli “autonomisti” Del Rio e Righetti. Il Senatore Rossi, essendo rimasto praticamente solo, avrebbe deciso, anche lui di cambiare casacca (Franceschini o Orlando? This is the problem!). Di Girolamo fa (quasi) come Mismetti. Giovane Turco (sic) la mattina e amico di Bocci e Brega la sera.

La situazione è chiaramente “balcanizzata” e si presta a giri di valzer continui. La scesa in campo di una nuova formazione della sinistra diventerà, inevitabilmente, un punto di riferimento per gli scontenti e i doppi candidati del centrosinistra alle primarie e alle elezioni si sprecheranno. Scommettiamo?

 

 

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